Regionali, Bonaccini: "Pd? Troppe sconfitte, serve un nuovo gruppo dirigente"

Stefano Bonaccini, in corsa alla guida del Pd, fa un bilancio di queste elezioni regionali con uno sguardo ottimista verso il futuro

di redazione politica
Stefano Bonaccini
Politica

Elezioni regionali, Bonaccini: "Senza un Pd forte ed espansivo non c'è alleanza che tenga" 

Il risultato delle elezioni regionali era "in parte" prevedibile "con il Pd ancora ripiegato su se stesso e un centrosinistra diviso e regalano o quasi la vittoria alla destra, che pure è in difficoltà. Adesso dobbiamo chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo, col Pd che torna a fare il Pd". Stefano Bonaccini, in corsa per la guida del partito democratico, in un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale fa un bilancio del risultato delle elezioni regionali appena passate, sottolineando come il voto "degli iscritti nei circoli è già un segnale di questa voglia di cambiamento e alle primarie del 26 febbraio credo arriverà un'ulteriore spinta in questa direzione".

"Resto convinto che senza un Pd che torni forte ed espansivo non c'è alleanza che tenga. Dal primo giorno della corsa per le primarie parlo di vocazione maggioritaria, perché il Pd deve tornare a essere centrale e attrattivo. Le alleanze vincenti, "che sono necessarie, si fanno sui programmi e con il Pd in una posizione di forza, allora sì che chi vorrà vincere dovrà confrontarsi con noi", ha sottolineato Bonaccini.

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Alle primarie, "potranno votare tutti i nostri elettori, anche i non iscritti, e saranno una pagina nuova. Io mi rivolgerò a tutti gli italiani che non si rassegnano alla sconfitta e a un'Italia governata dalla destra", ha spiegato il candidato in corsa alla guida del Pd. "Sono fiducioso che prevarrà la volontà di costruire un Pd più grande e più forte. Non una sinistra di protesta o di testimonianza, ma con l'ambizione di tornare a vincere", ha rimarcato. 

Bonaccini: "In tanti comuni vince il Pd, gli amministratori meritano di entrare in campo" 

A Radio 24 Bonaccini ha ribadito infatti di voler un “Pd che riscopra la vocazione maggioritaria", ma questo non vuole dire "autosufficienza. In Emilia-Romagna ci sono alcuni comuni dove vinciamo soli, ma non siamo mai andati alle elezioni da soli, è sinonimo di arroganza ed è rappresentare meno la società nel suo complesso". Le alleanze "sono indispensabili, ma penso che il Pd, che resta centrale in questo progetto di riscossa, debba partire prima di tutto da se stesso", ha aggiunto. 

A tal proposito, secondo Bonaccini "serve un nuovo gruppo dirigente al Pd, è inutile che ci giriamo intorno", che non significa "puntare l'indice contro qualcuno, ci mancherebbe. Ma veniamo da troppi anni di sconfitte in troppe regioni e soprattutto nel Paese  quando riusciamo a vincere in anti comuni, il che vuol dire che ci sono tanti amministratiri locali che meritano di essere messi in campo". 

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"Se divento segretario, questa sarà l'ultima volta che il Pd ci mette sei mesi per eleggere il segretario. Perchè in questo sembriamo marziani", ha rimarcato. Alle primarie "mi aspetto che venga il più gente possibile perchè abbiamo bisogno di una grande festa democratica", e "ho fiducia che gente ne verrà tanta", ha spiegato il governatore rivendicando questo modo di scegliere la guida del partito "è un modo per fare partecipare" i cittadini. Gli "altri partiti non fano primarie".

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