Regionali, gelo nel Terzo Polo: Renzi non vuole più Calenda nel logo

Il progetto del "doppio forno" non ha funzionato. Il leader di Italia Viva frena sulla proposta di fusione totale in vista delle Europee 2024

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Elezioni regionali, flop Terzo Polo: chi ne esce peggio è Calenda 

Il tonfo c’è stato. Il Terzo Polo, l’entità ibrida che riunisce Italia Viva ed Azione alle Regionali è andato male.

Dopo che alle politiche era riuscito a prendere quasi l’8%, nel Lazio ha fatto un po’ meno del 5% e in Lombardia poco più del 4%, sorpassato pure dalla lista civica Moratti che è riuscita a fare il 5,3%, un risultato che tra l’altro non è servito a niente (la Moratti è fuori pure dal Consiglio regionale) ed ha sottratto voti proprio agli inaspettati alleati, come Renzi non ha mancato di far notare.

Dal canto suo Calenda non si smentisce mai. Ieri, commentando i risultati, se l’è presa con gli elettori che “non hanno sempre ragione”, affermazione che ricorda un po’ quella della barzelletta in cui un vecchietto che guida contromano e sente alla radio: “"attenzione c'è un pazzo che sta guidando contromano in autostrada!" e lui mentre scansa macchina in continuazione pensa "uno solo? saranno duecento!". Nel tonfo di lunedì Calenda è quello che ne è uscito peggio perché dei 5 eletti nel Terzo Polo tre o quattro saranno di IV mentre solo 1 o 2 saranno di Azione. Quello in bilico è Luciano Nobili, peraltro già bocciato dagli elettori alle politiche.

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Calenda è un parvenu della politica a confronto di Renzi che è un vecchio volpone e comunque lo si voglia vedere è certamente un politico molto abile. Infatti, nel logo per le Regionali il suo nome non compariva mentre c’era quello di Calenda, la qual cosa ricorda quanto accadde col nome di Di Maio che Tabacci acconsentì di buon grado di esporre al posto del suo nel simbolo. E anche quella volta finì con Tabacci dentro il Parlamento e Di Maio fuori. Calenda è un istintivo passionale che ancora blocca a mano gli utenti su Twitter. Renzi lo ha lasciato fare per stangarlo al momento opportuno che è arrivato.

La scelta disastrosa di allearsi nel Lazio con il Pd e di proporre lui solo Alessio D’Amato -imponendolo agli stessi democratici- ora chiede dazio e Renzi non si è fatto sfuggire l’occasione.

Elezioni regionali, gelo nel Terzo Polo: Renzi prima usa Calenda, poi ne fa una vittima sacrificale

Ora il prossimo impegno politico rilevante è quello delle Europee del 2024 e Renzi ci vuole arrivare bene e per questo frena costantemente sulla proposta di Calenda di fusione totale di Azione con IV. Solo ora il nipote di Comencini sta rendendosi conto che Renzi lo ha usato accortamente e lo sta ancora usando. Utilizza la sua proverbiale veemenza per scagliarlo contro amici e nemici, un po’ come fa Asterix con il suo “amico” ciccione Obelix.

Ecco Calenda è l’Obelix del Terzo Polo. A Roma si dice grande, grosso e…ingenuo. E così mentre il pariolino si cura le ammaccature un Renzi sornione dice la sua: “Il risultato è peggiore delle aspettative, ma è fisiologico per consultazione come le elezioni regionali. La nostra destinazione si conferma la casa comune dei riformisti in vista delle elezioni del 2024, dove sarà tutta un’altra musica”. Altro che Obelix e l’attacco agli elettori che non lo capiscono e “guidano contro mano”.

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