Riforme "light", premierato con Pd-M5S. Obiettivo evitare il referendum

Verranno modificati soltanto pochi articoli

Di Alberto Maggi
Giorgia Meloni e Maria Alberti Casellati
Politica

Venerdì la ministra Elisabetta Casellati, che da mesi sta seguendo direttamente il dossier, incontrerà i sindacati

 

Nessuno strappo. Nessuna forzatura. Nessuna guerra. Il cammino delle riforme istituzionali prosegue alla ricerca della massima condivisione possibile.

Venerdì la ministra Elisabetta Casellati, che da mesi sta seguendo direttamente il dossier, incontrerà i sindacati, uno degli ultimi atti prima dell'arrivo del disegno di legge di riforma costituzionale in Parlamento.

Ormai è praticamente certo che non ci sarà il presidenzialismo ma il governo e la premier Giorgia Meloni hanno scelto la strada del premierato, ovvero della scelta diretta degli elettori del presidente del Consiglio.

 



Su questo punto Azione e Italia Viva hanno già aperto e al confronto e fonti qualificate della maggioranza sono convinte che alla fine non sia esclusa una convergenza anche con il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle per evitare il referendum e avere un'ampia maggioranza nelle quattro votazioni alla Camera e al Senato. La Lega punta però sulla fiducia costruttiva, ovvero sul fatto che in caso di dimissioni o caduta del premier il capo dell'esecutivo possa essere scelto dalla stessa maggioranza votata dagli elettori. Il metodo Casellati, condiviso da Meloni, è quello della condivisione con tutte le forze politiche, i costituzionalisti, le parti sociali e gli enti locali, in particolare le Regioni.



Il concetto che sta alla base della riforma costituzionale è quello di garantire all'Italia stabilità politica necessaria anche all'economia: con 68 governi in 75 anni il nostro Paese viene infatti considerato spesso poco credibile dagli investitori internazionali soprattutto per l'incapacità e la scarsa possibilità di programmare strategie a lungo periodo. Tutti i gruppi politici e i costituzionalisti si sono espressi a favore della necessità di modificare l'assetto istituzionale per avere una maggiore stabilità e governabilità.



In sostanza, secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di anticipare, sarà una riforma leggera, light, verranno toccati pochissimi articoli della seconda parte della Costituzione. Obiettivo superare i due terzi dei voti in Parlamento evitando così di trasformare la riforma costituzionale in una battaglia politica come accadde nel 2016 con la riforma di Matteo Renzi.

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