Elezioni Lazio, dopo l'alleanza Zinga teme i 5S: appello last minute al voto

Zingaretti fa appello al voto disgiunto: “Votate chi può fermare la destra”

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Zingaretti e il voto disgiunto. Ulteriori guai per Donatella Bianchi impegnata a far dimenticare Virginia Raggi

"C’eravamo tanto amati", nessun titolo come quello del capolavoro cinematografico di Ettore Scola può attagliarsi meglio all’ultimo annuncio di Nicola Zingaretti: "Io rispetto tutti i candidati e le candidate ma c’è solo una candidatura che può fermare la destra che ritorna ed è quella di Alessio D'Amato perché il sistema elettorale maggioritario a turno unico non assegna medaglie d’argento ma vince uno solo e la competizione è tra Rocca e D’Amato. Tutti gli altri voti alle candidature purtroppo sono nobili tentativi di rappresentanza ma ai fini della vittoria non incidono. Quindi l’appello che io faccio, nel rispetto assoluto del pluralismo e delle alleanze, è votate anche le liste che volete ma poi votate il presidente che può fermare il ritorno delle destre".

L’amore perduto è quello tra Zingaretti e Conte che una volta si chiamava come una operazione militare, “campo allargato” e non “allagato”, nonostante i presupposti ci siano tutti. Riavvolgiamo però il nastro. Zingaretti, dopo essere stato segretario del Pd e presidente della Regione Lazio ha finalmente raggiunto l’agognata carica di parlamentare, l’impegno di una vita, ed ha salutato tutti lasciando baracca e burattini.

Tuttavia non ha potuto fare a meno di un invito al voto disgiunto sostenendo D’Amato, chiamato familiarmente Mister Covid per il suo impegno vaccinale. Si tratta di un bel calcio negli stinchi al suo ex amico Giuseppe Conte che quando erano entrambi al potere avevano vagheggiato appunto il campo largo e cioè una alleanza strategica e non solo tattica tra il Pd e i Cinque Stelle.

Poi cadde il governo Mourinho, cioè quello giallo – rosso, arrivò Draghi e Conte, perso il premierato, si riconvertì velocemente all’opposizione distruttiva per salvare i Cinque Stelle in caduta sia verticale che libera. In questa laboriosa attività Conte, come noto, ha lanciato da tempo un’Opa sul Pd, proprio nel momento di maggiore debolezza del Partito democratico.

Ha fatto saltare quasi tutti gli accordi con il Movimento e nel Lazio ha fatto di peggio perché Conte ha pure attaccato direttamente il candidato del centro – sinistra, e cioè Alessio D’amato, sul suo vero punto debole e nervo scoperto: una vicenda giudiziaria con l’accusa di truffa aggravata proprio ai danni della regione Lazio: "Non ci giriamo intorno. Non posso accettarlo come candidato alla Regione. Su questa cosa non possiamo far finta che non esista, non può essere degradato ad un espediente giuridico perché l'accertamento penale è caduto in prescrizione".

Attacco devastante a cui Zingaretti, ora affaccendato in altre cose, ha ritenuto di rispondere con un appello al voto disgiunto. Già la candidata dei Cinque Stelle, Donatella Bianchi, ha i suoi guai nel fare cercare di dimenticare quello che ha combinato a Roma Virginia Raggi. Ora ci si mette pure Zingaretti e possiamo dire che la corrispondenza che fu di amorosi sensi tra gli ex alleati è definitivamente conclusa.

 

 

 

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