Regione Lazio, deleghe e potere vero: ecco la nuova mappa di chi dà le carte

Angelilli, Ghera, Righini, Ciacciarelli e Rinaldi: gli assessori di vertice. Per la Sanità si parla di Urbani ex potentissimo con Lorenzin

Roma

Dieci assessori per Francesco Rocca, ma il potere – quello vero – è nella mani di pochi. Una specie di cerchio magico del presidente che emerge da decreto di nomina che assegna le deleghe.

Partiamo dallo stesso presidente che, oltre alla Sanità, ha tenuto per sé l'informatica, la gestione delle sedi istituzionali, il Cinema e il fondo regionale nonché il controllo della Film Commission e i Fondi Europei. Quindi il pieno controllo sul funzionamento della macchina regionale e il flusso di denaro che arriverà dall'Europa.

A Roberta Angelilli le deleghe sull'economia

Subito dopo quello che si potrebbe già definire un “governatore forte” c'è la vice Roberta Angelilli alla quale è stato affidata l'intera economia regionale a partire dal Commercio per finire con l'Industria e l'internazionalizzazione.

A Gincarlo Righini Bilancio e Agricoltura. E Coldiretti...

Sempre tra i fedelissimi di Fratelli d'Italia c'è Giancarlo Righini: il vicedirettore di banca gestisce oltre alla grana del bilancio sulla quale è già al lavoro per predisporre un primo documento tecnico ed entro maggio l'assestamento, poi controlla asset politici di primaria importanza come l'Agricoltura e il sistema dei Parchi. In poche parole, attraverso l'Arsial che partecipa con denaro liquido a decine e decine di consorzi, coop e altre attività dovrà dare un nuovo impulso ad un settore strategico con l'obiettivo di portare l'intera regione verso l'autonomia alimentare e la valorizzazione di un patrimonio unico di biodiversità. E non è un caso che a Righini abbia già spedito un “pizzino” la Coldiretti, che oggi ha comunicato il boom delle esportazioni del made in Italy.

Fabrizio Ghera: la grana dei pendolari

Altro “potente” di via Rosa Raimondi Garibaldi è Fabrizio Ghera. La delega alla Mobilità significa avere a che fare con l'eredità lasciata dalla Giunta uscente nei rapporti con Trenitalia, il Cotral e il “regalo” delle ex concesse romane (Lido e Viterbo) ridotte ai minimi termini dall'assenza di investimenti del passato. Poi ha la grana del ciclo dei rifiuti e del piano disatteso sistematicamente, il Demanio e il Patrimonio.

Ai Lavori pubblici e cratere Amatrice Manuela Rinaldi, un tecnico che viene da Sinistra

Infine Manuela Rinaldi. L'architetto di Rieti 61enne è da poco vicina al centrodestra grazie alla sua amicizia con Paolo Trancassini tre volte sindaco di Leonessa, ma rispetto ai colleghi assessori potrebbe tranquillamente vestire la maglietta di tecnico. La delega ai lavori pubblici è una delle più pesanti, soprattutto perché si aggiunge al quella alla Ricostruzione nel cratere di Amatrice. Lì i soldi ci sono ma i lavori sono proceduti sino ad oggi con lentezza biblica. L'ex presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli (centrosinistra) l'aveva addirittura proposta come commissario alla Ricostruzione.

La Lega punta su Ciacciarelli: l'Urbanistica sì ma il Mare e l'emergenza Casa

Infine, nella rosa dei “potenti” entra di diritto il leghista Pasquale Ciacciarelli. Era destinato alla Cultura, invece la Lega ha alzato la voce in cambio delle certezze sull'Ufficio di Presidenza del Consiglio e ha ottenuto L'Urbanistica (ma senza le competenze sul Nuovo Stadio dell'As Roma a Pietralata), la grana dell'emergenza Casa, il pacchetto Ater e, infine, le politiche del mare che sembra un gioco estivo e invece si interfaccia in maniera pesante con la costa del Lazio, tra porti in costruzione, tutela dell'erosione e il nodo delle isole pontine.

L'imbarazzo di Andrea Urbani Dg Sanità: stesso ruolo al Ministero con Lorenzin

Ma sulla delega principale che il presidente ha tenuto per sé, la Sanità, già sorgono i primi problemi: si vocifera dell'arrivo in Regione del nuovo Direttore regionale della Programmazione, l'ex direttore generale del Ministero al tempo della Pd Beatrice Lorenzin, lo stesso che ha consentito a Zingaretti di uscire dal Commissariamento e di aprire i cordoni delle borse all'ex assessore D'Amato, prolungando i tempi del piano di rientro del debito. Dopo aver lavorato col centrosinistra e avallato le politiche sanitarie, apparirebbe anomala la sua posizione in una Regione a trazione centrodestra.

Tra Rampelli e Meloni pareggio tecnico, ma i rampelliani hanno meno consiglieri

Infine una curiosità. Nell'eterna lotta tra “rampelliani” e “meloniani”, il panel degli assessori si chiude con un 2 a 2: Ghera e Palazzo per Rampelli; Angelilli e Righini per Lollobrigida. Solo che la squadra che fa capo a Rampelli ha preso meno consiglieri e ha trasformato il pareggio in una vittoria tecnica.

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