"Avendo un ruolo di comando, per me sono importanti due cose nel mio lavoro in ospedale: restare vicino al paziente e farmi aiutare nella diagnosi". Marika Carbonara ha 53 anni, portati alla grande, ed è un medico nefrologo e chirurgo nonché Direttore dell'unità semplice dell'ospedale Vezzi di Lecce. 

(Guarda l'intervista 👉 https://youtu.be/1kRz5_Ynjsw)

Come ogni medico che si adoperi in un nosocomio è abituato a vedere ciò che altrove fanno di tutto per scansare. Innanzitutto il dolore dei pazienti, la loro paura della malattia e quel cerchio familiare inevitabile che spesso quelle paure le alimenta. 

Come ogni Dottore, poi,  anche lei osserva l'irrazionalità umana quando il corpo e la mente sono soggette a tali livelli di stress.

Marika non teme le parole: parla del minutaggio nelle corsie d'ospedale, ovvero quel lasso di tempo che bisognerebbe dedicare ad ogni paziente nelle corsie e che, a seguito dei sanguinari tagli nel sistema sanitario, hanno invece visto depauperare la risorsa più importante di un nosocomio: ovvero il numero dei medici.

 Conseguentemente, anche il tempo da dedicare ai malati.

È per questo che il flusso di tempo si contrae sempre di più per poter assistere in modo adeguato il malato. "È il paziente che va messo al centro del percorso terapeutico, ed è sempre lui che ti conduce alla definizione di una diagnosi corretta. Per questo occorre saper ascoltare, occorre saper trovare le parole, aggiungendo  alla cultura della medicina allopatica quella olistica". 

Significa che "noi medici siamo chiamati ad esercitare una naturale leadership; posso dire che la Soft Skills Academy, che cura le competenze trasversali di un professionista, consente a me - medico - di poter allenare queste competenze trasversali, necessarie in un ruolo apicale come il mio."

Marika spiega perché le Soft Skills appartengono a quelle categorie occultate nelle facoltà universitarie, che pure sono fondamentali. "Sono quelle parole trovate dentro di noi che contribuiscono ad un percorso terapeutico"

Anche Barbara, mamma a tempo pieno con due figlie, di Torino, racconta di aver 'realizzato un sogno'. 

"Prima, un problema tra noi tre, era un ostacolo enorme. Oggi invece è diventato un modo - grazie alle Soft Skills - per ascoltarci. Talvolta, quando la tensione aumenta, una dice all'altra: "Forse lì c'è qualcosa su cui devi lavorare"

Roy, 60 anni, anche lui due figlie, imprenditore informatico, racconta che "dopo aver fatto il corso sulle Soft Skills con le mie due ragazze, oggi capita che sia io a chiamarle quando ho un problema in ufficio e chieda loro: "Voi cosa fareste?"

Le competenze trasversali sono un po' come l'educazione sessuale negli anni '70 e '80 a scuola: tutti sanno che sarebbe necessario insegnarle, pochissimi lo fanno. Infatti poi sono i nostri indicatori a segnalarci i consueti ritardi. Ultimi in Europa come salari, in basso alle classifica anche nei risultati a scuola, con un tasso d'abbandono che si alza di anno in anno. E un Prodotto Interno Lordo che sprofonda.

A quando una rivolta intellettuale per prendere coscienza che cambiare si può, se si vuole? 

Max Rigano