Affari di Genio
Una finale non fa primavera

Com'è stato possibile prendere cinque gol a zero, in una finale di Champions League? Quale condizione ha reso possibile battere il record di tutti i tempi in una finale della fu Coppa Campioni, grazie a una squadra che prende cinque reti e ne avrebbe potuto subire il doppio?
La domanda calza a pennello per tutti coloro che sono chiamati a sostenere l'esame di maturità tra poco più di due settimane. È possibile arrivare preparati evitando figuracce paragonabili a quella sostenuta dai nerazzurri contro gli avversari del PSG?
Cosa deve funzionare perchè si possa sostenere un esame in modo congruo rispetto alle attese e magari provando a migliorare anche il risultato atteso?
Proprio l'esperienza di Monaco della scorsa settimana c'insegna che prima di tutto occorre arrivare concentrati all'obiettivo, riuscendo ad allontanarsi dalle paure, dalle polemiche e dalle inevitabili controversie che nascono con coloro che, avendolo già sostenuto, si sentono titolati a manifestare i propri soggettivi suggerimenti ai maturandi.
Per arrivare concentrati dunque occorre innanzitutto sapere cosa fare una volta interpellati, immaginando che tipo di risposta dare ad una prima domanda che parte dall'elaborato. In sostanza occorre evitare di emulare i giocatori dell'Inter che per l'intero incontro sono parsi essere in balia degli avversari, senza riuscire mai a dare la sensazione di trovare il bandolo della matassa per sbrogliare il groviglio di schemi in cui sono stati imprigionati già con il primo pallone giocato dai parigini.
Dunque un maturando dovrebbe quantomeno riuscire a suddividere ciò che sa di sapere da quello che proprio non sa, da quello ancora che può facilmente essere richiamato dalla memoria senza fatica. Con queste prime tre cartelle, sa già cosa fare. Ha una tattica, ora occorre una strategia.
La strategia prevede che con le mappe mentali lo studente riesca tramite l'uso di simboli e di richiami a costruire il sapere di centinaia di pagine mandate altresì a memoria in un passato recente, ma successivamente perdute. In questo modo il richiamo automatico di quanto studiato sarà quasi fisiologico- naturale, come quando si entra in macchina e si fa partire il motore: non c'è bisogno di ripetere ciò che si sa benissimo praticare grazie proprio ad un uso quotidiano del mezzo di trasporto. È una memoria che si acquisisce in modo automatico e che resta.
Nello studio, l'uso delle mappe, dei richiami colorati, di disegnini che individuino un tema anche solo per assonanza o per associazione, possono diventare fondamentali nell'enorme mole di studio che si è costretti a fare. Questo metodo accostato ad una simulazione, prima mentale, poi reale, di una commissione che ascolti la tua presentazione può diventare uno strumento di consolidamento del proprio sapere. Abituarsi a parlare in pubblico di ciò che si presenta poi all'esame, è una delle chiavi per vincere la partita della paura e dell'ansia.
A quel punto si può decidere anche di attaccare e, nella presentazione dell'elaborato, si possono già fare richiami anche ad altre materie, collegate a quelle presentate, così da coinvolgere la commissione; addomesticando la paura e l'ansia da prestazione, oltre che scavalcando la paura della domanda tranello slegata da quel filo logico che voi starete seguendo e a cui inevitabilmente verrà dietro la commissione.
Un metodo efficace, una strategia per tenere viva la preparazione con le mappe mentali, guidando almeno parzialmente l'avversario di fronte. Esattamente quello che non ha fatto la squadra di Simone Inzaghi. Troppo presa da personalismi e polemiche interne che l'hanno indotta a perdere la carica nervosa necessaria. Se siete pronti, sarete voi ad attaccare come ha fatto, con la touche al 1' del primo tempo, il PSG.
Cosa cui si è sottratta l'Inter arrivata contratta e spaventata, incapace di un tackle, e di un po' di cattiveria.
Gli occhi di tigre arrivano quando si è convinti delle proprie ragioni e della preparazione con cui esporla all'altra parte del tavolo, o del campo di gioco.
Max Rigano