Coronavirus, tutte le cose che voglio fare quando tutto questo finirà…
Quando finirà.
Quando finirà voglio attraversare tutta la mia città a piedi,lentamente,senza una meta precisa.
Quando finirà voglio ritrovare il piacere che dimenticato di restare incastrato nel traffico quotidiano,tra fumi e esalazioni mefitiche.
Quando finirà voglio essere disturbato da ogni sorta di rumore,anche i più sgradevoli.
Quando finirà voglio rivedere sorridere i miei clienti,e il barista sotto casa,l’ortolano e il giornalaio,il panettiere e la parrucchiera.
Quando finirà voglio riprovare il piacere arcaico di abbracciare un amico e di non rispettare le distanze di sicurezza,e stringere la mano a tutti quelli che me la porgono con la speranza di uno scambio emotivo.
Quando finirà voglio che la politica cerchi di mantenere la calma come in questi giorni,che impari dall’umanità dimostrata da altre categorie, e dalla maturità dei tanti che ci permetteranno di vincere questa battaglia.
Quando finirà voglio ringraziare tutti gli eroi quotidiani, quelli che non finiscono sui giornali,ma che ci hanno salvato la vita e non mi lamenterò mai più per i disservizi della Sanità.
Quando finirà tornerò ad amare come non ho mai fatto,perché ho capito ,in questi giorni di solitudine,quanto sia importante condividere il punto più alto dell’emozione con la più grande generosità,come se fosse il fine ultimo dell’esistenza.
Quando finirà voglio fare un numero infinito e anche inutile di riunioni di lavoro,per dimenticare lo strazio del video,della relazione che non si legge e del disegno che non è chiaro, perché la parola è il suono più bello che esista se si esprime davanti al nostro volto, vicino alle nostre orecchie.
Quando finirà voglio provare a pensare che questa prova sia stata utile per i miei concittadini, per avere del tempo una percezione diversa, più dolce, lieve, lenta.
Quando finirà voglio immaginare che la gigantesca catena di solidarietà nata spontaneamente sul territorio, comune per comune, diventi una consuetudine anche nella normalità della quotidianità.
Quando finirà, vorrei che gli italiani continuassero a comprare libri e dischi, insomma si occupassero con minore superficialità della propria formazione culturale permanente,e abolissero ogni rapporto digitale con influencer e starlette che in questo periodo,e sembrava impossibile,sono riusciti a dare il peggio di loro stessi,con consigli “ad minchiam”
Quando finirà, dobbiamo fare una grande festa nazionale, così per ricordarci che nelle difficoltà, questo popolo riesce sempre a dare il meglio di se(alcuni il peggio,ma sono minoranza), ed è giusto brindare a questa capacità, ogni tanto farci i complimenti a vicenda fa bene ed è utile.
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