Mentre l’erede al trono dei Savoia lancia il suo partito per salvare l’Italia, e speriamo meglio di suo padre e di suo nonno, l’andamento meteorologico-umorale del paese minaccia i soliti sconquassi, colpi di calore che attanagliano a tutte le latitudini il dibattito politico. Non passa ora che non si presenti una minaccia, da parte di qualsiasi partito, associazione, gruppo, banca, istituzione.
La calunnia è demodé ora ci si dirige direttamente verso una sequenza di aut-aut su qualsiasi argomento, alcuni seri: ponti, cassa integrazione inps etc, altri commerciali nuove poltrone, casacche, salti della quaglia e affini.
Che la pandemia abbia alterato i rapporti non ci piove, ma la condizione costante del paese sempre sull’orlo di una crisi di nervi non ci stupisce più. Via i Benetton, subito, adesso, anzi, aspettate un attimo, vediamo, le penali, allora io esco dal governo, e ne formo un altro con Silvio, Rifondazione Comunista, Prodi e il partito del Principe.
Non vorremmo che questo gridare continuamente al lupo, al lupo poi finisse per rendere innocuo l’assordante coro di urla. Perfino Sgarbi non morde più mentre viene cacciato, ma intanto cerca di mettersi in mostra cercando insulti più calzanti rispetto al controcanto, è nel nervosismo che l’azione politica concretizza emozioni e identità, in uno scenario sempre meno controllabile nell’arco della giornata.
Navigare a vista(ma molti non si sono accorti di essere dentro una piscina)ci consente di esprimere la nostra maschera cattiva senza particolari problemi, nella grande palestra di Montecitorio dal pugilato si è passati al wrestling, dove a parte lo sguardo cattivo, i colpi non fanno male a nessuno di loro.
Gli spettatori rassegnati e fiaccati da tante vessazioni stentano a dare qualche segno di indignazione perché in fondo quelli che vedono urlare in tivvù sono uguali, tutti parenti, tutti italiani.
Non si tenta neppure di invertire la tendenza, di trovare il Colpevole, tanto nella coda apocalittica ligure ci vanno gli altri.
E se cade un ponte o crolla una galleria, è il gioco delle parti e delle probabilità e se ci finisci sotto, pazienza.
L’estate incalza senza particolari differenze dalle ultime mille, in attesa delle nuove aule scolastiche, delle partenze intelligenti, e degli eterni ritorni dai paesi contaminati, le artiglierie, le contraeree, tacciono, perché dopo tante minacce chi ci crede?
Perfino il MOSE progettato nel Rinascimento viene “provato” tra sguardi torvi, perché il combattimento è solo ancora una volta rinviato, in questo paese sempre in attesa di Godot, e i Nervosi continuano a contendersi i minutaggi in prime-time che neanche Barbara Palombelli Rutelli.
Che cosa possiamo dire oltre alla perfetta identificazione tra il Pese e il Surrealismo, dove ogni gesto, ogni reazione ma soprattutto ogni soluzione è completamente imprevedibile, la programmazione, la visione, la costruzione sono argomenti ostici, grane da tenere alla distanza, almeno fino alla fine della legislatura.
Non si tira a campare, ma a nascondersi quel poco che basta per non dover giustificare la nostra presenza al centro dell’inquadratura pubblica, anche perché bisogna sostenere l’importante lavoro dei talkisti. Luglio, mese di antiche beatitudini leggere leggere, assomiglia sempre di più alla spiaggia dello Squalo prima del primo attacco, con Conte che forse ha capito, o forse ci fa credere di aver capito.ma infondo che importanza ha?
Se il popolo è nervoso, noi gli faremo credere che anche noi abbiamo le nostre preoccupazioni, quanto basta per tirare sera, fino al prossimo consiglio dei ministri, in attesa della catastrofe le previsioni metereologiche sono eccellenti. Buon bagno.
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