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Il buono, il brutto e il cattivo
Segre/ Coscienza, educazione, conoscenza: ecco come si protegge la senatrice

Ha lo sguardo sereno delle belle nonne di una volta, sicura di una bellezza austera, lucida e presente, potrebbe essere una delle tante belle signore che attraversano le nostre città eppure Lei nasconde dentro di se il più grande e inspiegabile macigno del Novecento.

Liliana Segre non è solo una testimone dell’Orrore Sommo, vissuto da bambina, perchè dovrebbe essere il monito fisico, un limite oltre il quale la conoscenza si ferma, perché l’Olocausto non è solo uno sterminio ma rappresenta un punto di non ritorno dell’Umanità, già molto abile nel distinguersi per stragi e massacri.

Eppure questa signora dolce e sensibile, amata e circondata dall’affetto di quasi tutti i suoi milioni di nipoti italiani che l’hanno ascoltata raccontare l’inesprimibile orrore, oggi nella palude italica sempre più tetra ha avuto bisogno di essere “protetta” dal branco degli odiatori che, veri o presunti tali, rappresentato l’ennesimo passo avanti verso il baratro dei sentimenti e dei valori.

In effetti più che una scorta sembra che i carabinieri l’accompagnino nei suoi tanti tragitti cittadini, le portino le borse della spesa o i pacchetti dei regali, ma l’immagine orrenda rimarrà indelebile nelle memorie e nelle coscienze di quanti hanno mantenuto il controllo della ragione.

Ma non è solo la facile tiritera contro il negro Balotelli, o il vietare la visita ad Auschwitz se non si visitano i gulag, sappiamo benissimo che la logica del tanto meglio, tanto peggio è foriera di grandi pericoli, ma una cosa è certa, l’ultima stagione politica ha sdoganato figure retoriche e individui che si sono sentiti gratificati dal poter esprimere il proprio vuoto culturale, senza vergogna.

Anche questo squallore antropologico passerà, perché la bellezza di questo Paese è nella sua capacità di digerire tutto, quindi nessuno si metta in testa di esiliarci ai margini dell’evoluzione storica. Indietro non si torna e non si tornerà mai, anche negando sui social le tragedie del secolo scorso.

Solo con l’educazione e la conoscenza si può uscire da questo ring infinito che è diventata la politica italiana, ma bisogna avere il coraggio di difendere in minimo denominatore comune che ci tiene uniti, che non è il campionato di calcio o il festival di Sanremo, ma quella coscienza che ci porta a rifiutare la deriva oscurantista e illiberale.

Per questo motivo Liliana Segre andrebbe protetta dal nostro affetto e dalla nostra solidarietà infinita, perché ci insegna ogni giorno la delicatezza e la tolleranza, la fermezza delle idee e la superiorità dell’intelligenza sulla barbarie, vi pare poco?

Un caldo abbraccio alla bella Senatrice.

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