Cronache dal mercato dell'arte
Chiedi alla Olga, quando l’Art brut diventa esercizio mentale
"Nei miei esercizi, invito a ispirarsi all’Art Brut, dipingendo tutto quello che viene in mente, così lo spirito respira"

Olga Gosteva con, alle spalle, “Omaggio all’Art Brut di Jean Dubuffet”
Chiedi alla Olga, quando l’Art brut diventa esercizio mentale
A pochi mesi dal lancio è già diventato un irrinunciabile punto di riferimento per chi vuole coniugare cura del proprio aspetto, salute fisica ed equilibrio psichico. “Chiedi alla Olga”, blog multi social di Olga Gosteva, si articola in cinque sezioni strettamente collegate tra loro, in una visione olistica: Allenamento (fisico), Cura della pelle, Medicina & Chirurgia estetica, Alimentazione, Esercizio mentale.
In quest’ultima sezione è stato appena pubblicato un intervento che coinvolge l’arte visiva: “Quando l’Art Brut diventa esercizio mentale”. Racconta Olga: “Da molti anni ormai diversi coach utilizzano l’art therapy per una immersione nell’arte dei loro clienti facendoli dipingere, oppure organizzano visite in musei e gallerie d’arte. Il mio approccio è differente. Io mi concentro su un’unica precisa corrente artistica, l’Art Brut, con esercizi che riescono a farci espellere la rabbia, il rancore e tutte le altre nostre negatività”.
Fondatore del movimento, cui è stata dedicata nei primi mesi di quest’anno una grande mostra al Mudec di Milano, “Dubuffet e l’Art Brut”, è stato appunto il grande Maestro francese Jean Dubuffet, che nel 1945 creò questa corrente artistica.

Continua Olga: “L’Europa e il mondo uscivano da una guerra catastrofica, con decine di milioni di morti e orrori come l’Olocausto e le bombe atomiche. La classe dirigente, con le sue regole aveva fallito e Dubuffet pensò che questo valeva anche per l’arte. Nel suo movimento, l’Art Brut, le opere venivano realizzate rifiutando le regole delle Accademie e in generale tutti i canoni del passato. Non interessava nemmeno il parere della critica, dei galleristi e dei collezionisti. Al contrario, le opere dovevano nascere spontaneamente, per liberare senza nessun condizionamento, la propria libertà e spontaneità”.
La prima mostra di Art Brut fu presentata da Dubuffet nel 1947 presso la Galérie Drouin di Parigi. Ne seguirono tante altre. Nelle presentazioni, Dubuffet scriveva: “Riteniamo che queste opere, frutto di un puro e spontaneo impulso creativo, siano più preziose di quelle degli artisti professionisti. Art Brut sono tutte quelle opere sviluppate dalla libera espressività dell’individuo, svincolate dalle rigide regole della scuola d’arte o del mercato”.
Gli artisti dell’Art Brut erano anche malati di mente, carcerati, emarginati, che attraverso l’espressione artistica avevano modo di dare vita agli impulsi creativi più personali. Per dipingere erano liberi di servirsi di tutti i materiali che si sentivano di utilizzare. Spesso i disegni e i colori erano selvaggi, le figure deformi e mostruose, perché gli autori dipingendo buttavano fuori la loro rabbia, le frustrazioni e l’angoscia. Liberandosi dalla loro negatività raggiungevano pace ed equilibrio e liberavano anche la loro creatività.
Conclude Olga: “Per questo, nei miei esercizi, invito a ispirarsi all’Art Brut, dipingendo tutto quello che viene in mente, come viene e senza tenere alcun conto di quello che gli altri possono pensare. Così lo spirito respira”.
L’intuizione di Olga di costruire esercizi mentali partendo dal movimento creato da Dubuffet ha destato l’interesse anche del mondo accademico. La “coach della bellezza abbinata al benessere psicofisico” è stata chiamata a tenere un intervento su questo tema presso l’Accademia di belle arti Acme di Milano, all’interno del corso di Fenomenologia del contemporaneo.