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Cronache dal mercato dell'arte
Fondazioni e Archivi d'arte, bene Scanavino, Vedova in ripresa

Nel marasma che sta sconvolgendo il mondo delle strutture dedicate alla certificazioni dei maestri del 900 italiano, spicca un esempio di assoluta attendibilità e professionalità: l'Archivio Scanavino (con sede operativa a Milano, in Piazza Aquileia 6). Il tutto si può far risalire al 1986, quando  Emilio Scanavino  morì, a 64 anni d'età. La vedova, Giorgina Graglia, si occupò di mettere in ordine il mercato del maestro. Non si trattava, come troppo spesso accade, di un erede che, per meriti di matrimonio o di sangue, magari senza capire nulla, prende in mano il lavoro di un artista scomparso, creando danni irreparabili. La signora Giorgina aveva lavorato per anni nella “bottega” del marito, occupandosi sia del lavoro artistico, sia dalla parte manageriale (organizzazione di mostre, rapporti con i galleristi). Il lavoro culminò con la pubblicazione, nel 2000, del catalogo generale, un volume, edito, da Mondadori Electa, ricco di circa 5.000 opere, considerato la Bibbia indiscutibile del lavoro del Maestro.

L'attività dell'Archivio proseguì, anche perché nel corso degli anni venivano sottoposti alla sua attenzione opere che non erano stata visionate ai tempi della catalogazione. In questi 18 anni sono state archiviate altri 2.000 lavori, che non avevano fatto in tempo a essere inseriti nel catalogo. 

Dall'inizio degli anni 2000, con Giorgina Graglia aveva iniziato a lavorare un'apprezzata esperta e restauratrice d'arte, Greta Petese. Così, quando nel 2015 la signora Scanavino morì, non ci fu il solito panico che travolge il mercato di un autore quando viene a mancare l'esperto di riferimento: l'Archivio Scanavino era ben strutturato e la “successione” poteva avvenire in modo indolore. Attualmente, Petese presiede il Comitato scientifico e si occupa della direzione e della curatela dell' Archivio, mentre Sebastiano Scanavino, figlio del Maestro, è presidente dell'Archivio, nel cui consiglio di direzione siede anche la sorella Paola.

L'Archivio non si limita al lavoro di verifica delle opere che gli vengono sottoposte. Cura anche la conservazione di carteggi, documenti e altro materiale relativo al Maestro, archiviando ad esempio le lettere non solo in forma digitale, ma anche materialmente, a volte in soluzione alcalina.

Interessante anche la raccolta di materiale fotografico (nella foto qui sopra,” Emilio Scanavino, Calice Ligure (SV), Maggio 1974, fotografia tratta dalla realizzazione della pellicola a colori di Mario Carbone, D.A.R.C. Roma. Courtesy Archivio Scanavino, Milano”). L'Archivio collabora poi a mostre dedicate al maestro. L'ultima, “Emilio Scanavino, Dialoghi inediti”, curata da Greta Petese, si è tenuta la scorsa primavera a a Milano presso la Galleria Robilant+Voena. 

Un modello di riferimento dunque per il mondo delle Fondazione/Archiviazioni italiane, anche se alcuni operatori si lamentano che il Comitato si riunisce per esaminare le opere solo tre/quattro volte l'anno. Il che può rallentare alcune operazioni di mercato: un collezionista sprovvisto di autentica, per poter avere le carte in regola, è costretto ad attendere anche quattro mesi, con il rischio di perdere la vendita.

E' questa la lamentela più ricorrente nei confronti di un'altra struttura, la Fondazione    Vedova di Venezia. In effetti, i tempi sembrano biblici. L'ultima riunione per valutare le opere si è tenuta il 22 gennaio scorso , e la prossima è fissata per ottobre. «Il tempo», ironizza un vecchio mercante milanese, «sufficiente per mettere incinta la moglie e veder nascere il bambino». 

Questi lunghi intervalli temporali avevano fatto sorgere il dubbio, ad alcuni addetti al settore, che la Fondazione Vedova stesse un po' trascurando l'attività di archiviazione. Illazione prontamente smentita da Fabrizio Gazzarri, Responsabile dell'Archivio e della Collezione della Fondazione Vedova, che ci ha confermato che l'attività di registrazione proseguirà con due/tre sedute annuali, presso la Facoltà di Teologia dell'Italia Settentrionale, a Milano .D'altra parte, a onore della Fondazione, va detto che è una delle poche realtà del settore ad essersi assunta gratuitamente il compito di registrare le opere riconducibili alla mano del Maestro. Il che non è poco, considerato che le tariffe di altre Fondazioni e Archivi, tendenzialmente vanno da 300  euro ad anche 2.000 euro a dipinto.

Precisazione

Su gentile segnalazione della dottoressa Greta Petese, precisiamo che per non bloccare il mercato degli operatori del settore,  il Comitato scientifico dell'Archivio Scanavino è disponibile a visioni straordinarie, dove non vengono rilasciati certificati di autentica, ma comunque le opere vengono visionate.  

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