Coronavirus, la Cina non pagherà i danni
Le ultime epidemie sono partite dal popoloso paese dell’Asia orientale. Servirebbe maggiore protezione di confini, persone e merci
L’uomo si scopre vano di fronte alla natura. Come i grandi flagelli della storia, Covid-19 giunge in occidente. La ripresa non potrà che essere epocale. Come ripartire dopo una guerra. Servirà un nuovo piano Marshall. L’Italia avrà un credito di miliardi di euro. La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, promette: “Daremo all’Italia tutto quello che chiede”.
Ci confidiamo. Occorrono responsabilità e serietà. La gaffe della presidente della Bce, Christine Legarde, (“Non siamo qui per chiudere gli spread…”), che per giunta si presenta in conferenza stampa con una versione vecchia dell’accordo (doppia gaffe), producendo un terremoto sui mercati finanziari e il crollo record nella storia Piazza Affari (-19%), sono un cattivo segno (“Aridatece Mario Draghi!”, mi scrive un amico economista romano).
Si spera che il Governo italiano, presieduto da Giuseppe Conte, realizzi un vero e proprio piano industriale, di quelli che non si vedono da anni, favorendo il meglio del manifatturiero e del made in Italy e dei settori che stanno esibendo qualità in questo periodo di Coronavirus (dal farmaceutico ai medical device ai medicinali biologici, dal telelavoro alla logistica). L’economia e le persone si equilibrano con la realtà. Cautela dovrà essere tenuta col turismo, che patirà una enorme crisi. Un comparto, a gestione spesso familiare e non industrializzato (come nel caso di Spagna e Francia, che per questo registrano paradossalmente più turisti dell’Italia), dove i finanziamenti non dovranno essere scialacquati, al pari di un sussidio di sopravvivenza, ma elargiti in cambio di adeguamenti formativi, gestionali e industriali.
Covid-19 è partito dalla Cina, come del resto le epidemie degli ultimi anni, a cominciare dalla Sars nel 2003. Sarebbe quindi auspicabile una maggiore protezione dei confini, delle persone e delle merci, pur non potendo fermare la globalizzazione (che sembra un processo inarrestabile), ma per esempio prendendo spunto, e declinando in un’ottica italiana/europea, il multilateralismo economico degli Usa di Donald Trump. Una fatto è sicuro: la Cina del presidente “eterno” (se lo vorrà) Xi Jinping non pagherà i danni.
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