Dalla Segre a piazza Fontana, Milano capitale di democrazia e ricchezza
Ricchezza, benessere e sviluppo sono indissolubilmente legati alla democrazia, alla libertà e persino alla causa di Israele
Il capo dello Stato Sergio Mattarella giunge a Milano per ricordare i 50 anni della strage di piazza Fontana. Era il 12 dicembre 1969 quando una bomba esplose all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in pieno centro, uccidendo 17 persone, ferendone 88 e dando il via agli anni della strategia della tensione.
Dell’altro giorno la notizia che 600 sindaci, invitati da quello del capoluogo meneghino Giuseppe Sala, hanno sfilato in città a fianco di Liliana Segre per testimoniarle solidarietà contro gli odiatori da tastiera. La senatrice, che fu una delle poche bambine sopravvissute ad Auscwitz e che porta tatuato sull’avambraccio il numero di matricola 57190, a 89 anni è come improvvisamente uscita dal silenzio per urlare che l’orrore del nazismo non può essere dimenticato.
Milano è la città dei record. Il Pil è il doppio che nel resto d’Italia, le multinazionali straniere la scelgono per aprire la loro sede, i giovani vi arrivano da tutte le altre regioni per studiare e lavorare, sorgono grattacieli progettati dalle archistar ed è boom di turisti. È la prova che ricchezza, benessere e sviluppo sono indissolubilmente legati alla democrazia, alla libertà e persino alla causa di Israele.
Deve quindi fare preoccupare l’altra notizia di oggi. La ‘ndrangheta è penetrata nel sistema economico dell’Umbria. La mafia è un’organizzazione profondamente anti-democratica, utilizza la violenza per vivere in modo parassitario sulla pelle delle persone, del merito, della libera impresa. Un cancro, il buco nero dell’Italia, che meriterebbe il trattamento riservato ai pedofili e agli autori di stragi. Uniche categoria di reati, queste due ultime, per cui nei casi più gravi l’ex presidente Usa, il democratico Barack Obama, non escluse la possibilità della pena di morte.
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