Pillole d'Europa
PROGETTI EUROPEI E FONDI SU RISORSE MINERARIE, RICERCHE PER REATTORI E PER UN OROLOGIO AL TORIO
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI

Prof. G. Diego Gatta, ordinario di Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogiche, Dip. Scienze della Terra “A. Desio” (vice-Direttore), Univ. Milano
Di Cinzia Boschiero
Domanda: ci sono progetti di esplorazione mineraria per la transizione ? Marco Risarca
Risposta: sì. Sono quattordici i progetti di ricerca contenuti nel Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria generale approvato dal Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE), distribuiti su tutto il territorio nazionale, in regioni chiave come Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Marche e Sardegna, ai quali si aggiunge la mappatura nazionale dei depositi dei rifiuti estrattivi prevista dal progetto PNRR URBES. Il programma, la cui realizzazione è stata affidata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) al Servizio Geologico d’Italia di ISPRA, coinvolge quindici unità operative e oltre quattrocento specialisti, con un investimento di 3,5 milioni di euro dedicati alla prima fase di indagine sui depositi naturali. Abbiamo chiesto al Prof. G. Diego Gatta, ordinario di Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogiche, Dipartimento Scienze della Terra “A. Desio” (vice-Direttore), Università Statale di Milano se il suo team collaborerà e ci ha detto: ”Personalmente ho partecipato a quasi tutti gli eventi organizzati, negli ultimi anni, da ISPRA, dai ministeri competenti e dalle società scientifiche riguardo al tema delle materie prime e al loro rapporto con la transizione energetica. Il mio gruppo di ricerca, presso il Dipartimento Scienze della Terra ‘A. Desio’ dell’Università Statale di Milano, parteciperà al bando competitivo per l’assegnazione dei fondi. Il programma minerario nazionale coinvolgerà una serie di unità operative, e i gruppi di ricerca afferenti a dipartimenti universitari o ad altri enti pubblici di ricerca avranno un ruolo fondamentale per il suo sviluppo. Al momento, si è in attesa della pubblicazione del bando per le assegnazioni dei fondi ai gruppi di ricerca che concorreranno, finalizzati allo studio delle aree minerarie già individuate da ISPRA per la FASE-1 del programma. È difficile stimare, in questo momento, il numero di specialisti che avranno un ruolo attivo per lo sviluppo del progetto, ma quanto ipotizzato da ISPRA, e cioè qualche centinaio di esperti, è realistico. È bene ricordare che la FASE-1 del progetto prevede una serie di azioni: analisi di immagini satellitari e aeree, mappatura geologica di dettaglio, raccolta di campioni di roccia da affioramenti e discariche minerarie per analisi petrografiche e geochimiche, campionamento sistematico di rocce, suoli e sedimenti dai corsi d’acqua, indagini geofisiche localizzate. I due fattori limitanti che vedo, per lo sviluppo del progetto, sono: l’entità dei fondi assegnati e i tempi. I fondi sono effettivamente modesti, se comparati a quanto stanno investendo altri Stati europei per il corrispettivo piano in risposta ai dettami del Regolamento Europeo 1252/2024 (c’è un fattore 10 in differenza), e i tempi previsti per la chiusura della FASE-1 sono molto compressi.”
Domanda: : in Finlandia ci sono stimate 60mila tonnellate di torio. Il focus dei progetti italiani ministeriali è rivolto in particolare a numerose materie prime critiche e strategiche individuate dalla Commissione Europea, tra cui litio, boro, grafite, rame, manganese, fluorite, barite, feldspato, antimonio, tungsteno, titanio, bismuto, arsenico, magnesio, terre rare e metalli del gruppo del platino. L’attenzione si estende anche ad altri minerali di interesse per l’industria nazionale, come zeoliti e minerali industriali, c'è anche il torio in queste ?
Risposta: il Prof. G. Diego Gatta, ordinario di Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogiche, Dipartimento Scienze della Terra “A. Desio” (vice-Direttore), Università Statale di Milano evidenzia “Non mi risulta che il torio sia uno degli elementi attenzionati nel programma minerario nazionale. Più in generale, non mi risulta ci sia attenzione, o interesse, verso risorse da indirizzare, ad esempio, alla produzione di energia nucleare mediate fissione. In Italia non mancarono progetti verso l’esplorazione per l’uranio, tra gli anni 60-80 del secolo scorso, che videro interessata l’allora Agip Mineraria e una serie di gruppi di ricerca universitari e di enti di ricerca non-universitari. Al meglio delle mie conoscenza, purtroppo non ci fu un prosieguo dell’interesse verso l’uranio, e quindi quella importante esperienza nazionale finì senza lasciare un seguito”.
Domanda : Tutti i dati raccolti confluiranno nel Database Minerario Nazionale GeMMA, sviluppato nell’ambito del progetto GeoSciencesIR del PNRR, con l’obiettivo di rendere disponibili le informazioni in modo strutturato, trasparente e consultabile per il mondo scientifico, le istituzioni e i potenziali investitori. Lei ritiene che sia fondamentale un raccordo ed una collaborazione per una messa in rete delle risorse minerarie tra tutti gli Stati dell'Unione europea per ovviare alle necessità attuali e future delle aziende italiane ed europee?
Risposta: “Personalmente”, sottolinea il Prof. G. Diego Gatta, ordinario di Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogiche, Dipartimento Scienze della Terra “A. Desio” (vice-Direttore), Università Statale di Milano,” ritengo necessario che vi sia una condivisione, a livello comunitario europeo, dei dati che saranno disponibili a seguito dei singoli programmi minerari nazionali. Una banca-dati comunitaria è la base per garantire una stima aggregata della disponibilità di georisorse, che potranno essere messe a sistema per affrontare le sfide imposte dalla transizione energetica. Come ho già avuto modo di proporre anche in altre occasioni, io credo che solo una ‘strategia solidaristica per le georisorse’, tra i diversi Stati membri dell’Unione europea, potrà generare uno scenario in cui l’Unione europea si affranchi dal controllo monopolistico oggi posto in essere da una serie di Stati extra-europei. L’Unione europea dovrebbe agire da ‘banca delle georisorse’ - un sistema in cui ogni Stato della compagine comunitaria metta a sistema le georisorse che ha e le condivida con gli altri Stati in modo concertato. In questa luce, Stati che hanno risorse in eccesso di un certo tipo, e meno di altro tipo, potranno beneficiare di ciò che non hanno, mettendo a disposizione ciò di cui dispongono in eccesso”.
Domanda: ci sono sbocchi occupazionali per i giovani che studiano presso la sua area di specializzazione?
Risposta: “Sì”, sottolinea il Prof. G. Diego Gatta, ordinario di Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogiche, Dipartimento Scienze della Terra “A. Desio” (vice-Direttore), Università Statale di Milano, “la richiesta di geologi è significativamente cresciuta negli ultimi anni, soprattutto in risposta alla ripresa dell’attività mineraria (esplorazione, coltivazione, controllo qualità, processi trasformativi) in diversi Stati del mondo. Le aziende che hanno campo di azione internazionale fanno fatica a trovare giovani qualificati, e spesso offrono opportunità lavorative anche prima del conseguimento del titolo di laurea. Altri ambiti che sono in crescita sono quelli legati al mondo delle bonifiche ambientali, dei geomateriali industriali (materiali ceramici, cementi e leganti, ecc…) e della gemmologia. Pertanto, auspico che i neodiplomati considerino con rinnovato interesse il percorso di studi universitario in Scienze Geologiche”.
Domanda: Carlo Rubbia già nel 2008 aveva detto di puntare sul torio, è vero che, come materia prima, il torio è più abbondante dell'uranio?
Risposta: “Rispondo solo sul piano relativo all’abbondanza geochimica e al mercato delle due georisorse menzionate”, dice il Prof. G. Diego Gatta, ordinario di Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogiche, Dipartimento Scienze della Terra “A. Desio” (vice-Direttore), Università Statale di Milano,” Sì, in generale, il torio è più abbondante dell’uranio nella crosta terrestre, di un fattore 3-0-3.5. La disponibilità dei minerali che contengono torio, in primis la monazite (un minerale fosfatico), è maggiore di quella dei minerali che contengono uranio. Possiamo, quindi, dire che il torio sia una georisorsa più fruibile dell’uranio. Più complessa è l’analisi comparativa delle riserve e del mercato globale dei minerali che contengono questi due elementi chimici, soprattutto perché diversi Stati non rendono pubblici i dati relativi all’uranio”.
Domanda: ci sono progetti europei sul torio? Lisa Baresi
Risposta di Cinzia Boschiero: c’è un progetto europeo sul torio per lo sviluppo dei reattori modulari a sali fusi di torio ad opera della Copenhagen Atomics, un'azienda danese che riceve finanziamenti europei per costruire e testare questa tecnologia. Questa iniziativa è supportata dal Consiglio Europeo per l'Innovazione (CEI) e prevede una partnership con il Paul Scherrer Institute (PSI) svizzero per il primo esperimento critico, previsto per il 2026 o il 2027. Come parte dell'EIC Accelerator, Copenhagen Atomics riceverà 2,5 milioni di euro di finanziamenti a fondo perduto per sostenere il continuo sviluppo tecnologico e la validazione dei prototipi; accesso ad un investimento azionario fino a 15 milioni di euro tramite il fondo EIC per supportare l'espansione delle operazioni e prepararsi all'ingresso sul mercato. Il progetto mira a sviluppare reattori scalabili e prefabbricati che utilizzino il torio per produrre energia e sono progettati per essere sicuri e modulari.
Le segnalo anche Thorium Nuclear Clock che è un progetto finanziato dal Synergy Grant del Consiglio Europeo della Ricerca (ERC). I progetti ERC Synergy Grant (SyG) mirano a consentire a un gruppo di ricercatori e ai loro team di unire competenze, conoscenze e risorse complementari in modi nuovi, al fine di affrontare congiuntamente un ambizioso problema di ricerca. L'obiettivo di questo progetto è costruire un nuovo tipo di orologio di precisione: un orologio nucleare al torio. Oltre al suo potenziale di prestazioni superiori agli orologi atomici attualmente utilizzati, questo nuovo orologio al torio sarebbe di molti ordini di grandezza più sensibile alle forze fondamentali della natura (ad esempio l'elettromagnetismo o le forze che agiscono all'interno di un nucleo atomico) e potrebbe essere utilizzato per verificare se queste forze sono – come supponiamo oggi – costanti nel tempo e nella posizione. Le variazioni di queste variazioni fondamentali potrebbero rivelare informazioni sulla materia oscura ultraleggera, uno dei più grandi misteri che l'universo ancora custodisce. Il concetto di orologio nucleare al torio nasce da una proprietà unica, che non si trova in nessun altro elemento o isotopo: Uno degli isotopi del torio, il Th-229, ha una forma metastabile (isomero) con energia di eccitazione molto bassa (ca. 8.3 eV). La transizione energetica a questo stato eccitato è stata indicata come utile ad alcune applicazioni molto particolari, come ad esempio per la realizzazione di orologi atomici in quanto il nucleo è accessibile alla manipolazione laser e alla spettroscopia di precisione. Sono stati stanziati 13. 789. 990 euro dalla Commissione europea per questo progetto ERC che terminerà a ottobre del 2026.
