Due idee per Zingaretti: benchmarking dei Governi esteri e politica verde
Contro Luigi Di Maio e Matteo Salvini si gioca a rugby
Più che conoscere che cosa significhi, essere e fare cose di sinistra… per cominciare, intanto, se ne abbia l’atteggiamento: essere persone serie (il che non esclude l’ironia, la simpatia e l’umorismo), oltre che empatiche e naturali.
Già questa può essere una prima spiegazione del fatto che il Pd di Nicola Zingaretti, con il 22,8% dei voti alle Europee di domenica scorsa, ha registrato un +4% rispetto alle Politiche del 4 marzo 2018. Ciò dopo i leader e i dirigenti che guidano la Ferrari (il Pd dovrebbe ritrovare consenso tra i ceti comuni e il popolo non compra l’auto a Maranello), giocano alla playstation, giungono in sede ascoltando musica con le cuffie da smartphone (in ufficio si arriva senza), hanno un atteggiamento che può sembrare arrogante.
Il neo segretario del Pd, cui non manca l’approccio risoluto (contro Luigi Di Maio e Matteo Salvini si gioca a rugby) e la capacità di accentrare su di sé, nel senso positivo del termine, la comunicazione, ha ampliato il perimetro programmatico del partito all’area democratico-liberale - mantenendo le istanze di giustizia sociale - con Carlo Calenda, e incluso personalità esterne come Giuliano Pisapia, entrambi eletti a Bruxelles con oltre 250mila voti. Alle prese con la Direzione del partito, Zingaretti, impegnato nell’allargamento del centro-sinistra ad altri soggetti (nelle aziende chi se ne va, difficilmente viene riaccolto) e nella riflessione sul candidato a palazzo Chigi alle prossime o anticipate Politiche (si fa il nome del sindaco di Milano Giuseppe Sala), deve mettere sul piatto idee forti. A partire dal confronto con quelle degli avversari. Che idee hanno Di Maio e Salvini? Ben venga la “Costituente delle idee” di Zingaretti, realtà diversa dai tavoli della Leopolda di Matteo Renzi: la discontinuità col passato serve. Oltre ad accogliere alcuni assunti del pensiero liberale, che faticosamente nell’Italia catto-comunista non suona più come una parolaccia, vengono in mente due idee: il benchmarking (come noto gli italiani guardano il proprio ombelico) delle proposte e delle pratiche di successo dei Governi esteri e il ritorno (gli argomenti) dell’affermazione dei verdi in Europa, usciti dalle elezioni come quarta forza al Parlamento dell'Unione, risultato che è limitato spiegare con la sensibilità sempre più diffusa del tema dell’emergenza ambientale, ma va decifrato in una nuova ottica progressista e liberale.
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