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Lo sguardo libero
LIBRI/ Vasyl' Makuch, lo Jan Palach ucraino che si bruciò contro il comunismo

Bussa alla porta il trentesimo anniversario della eclissi sovietica. Nel 1991, dopo un "putsch balneare" post-comunista destinato alla sconfitta, i sudditi dell'impero di Lenin, Stalin e dei loro successori si risvegliarono alla libertà. L'incubo era durato 70 anni. Non tutto, purtroppo, a partire da allora sarebbe stato facile. Lo si vede oggi: lo sbocco attuale in Russia è il regime autoritario di Vladimir Putin (per non parlare di quello violento e repressivo di Aleksandr Lukashenko in Bielorussia). Eppure, durante questi 30 anni, all'interno dell'ex impero sovietico e nei paesi dell'ex Patto di Varsavia è stato almeno possibile lottare per le libertà personali e politiche.

Di quanto è avvenuto il merito spetta anche - e forse soprattutto - agli "eroi in fiamme", cioè a coloro che nel corso della dittatura si sono auto immolati con il fuoco per protestare contro la mancanza di libertà. Un libro che esce in questi giorni racconta la loro storia. "Eroi in fiamme" (edito da Pagliai) è scritto dal giornalista e scrittore Dario Fertilio, in collaborazione con Olena Ponomareva, ucraina di Kiev, e docente alla Sapienza di Roma.

Al centro della narrazione, che svaria da Occidente a Oriente mescolando con una tecnica singolare la materia storica e lo stile narrativo, c'è un personaggio straordinario: Vasyl' Makuch, eroe finora sconosciuto persino ai suoi stessi connazionali, poiché il suo gesto venne tenuto nascosto dalle autorità sovietiche. Nel novembre del 1968, a pochi mesi dall'invasione della Cecoslovacchia, Makuch si diede fuoco nella via principale di Kiev, in segno di protesta non solo contro l'aggressione militare a Praga, ma anche per la repressione di Mosca ai danni della nazione ucraina. Makuch morì poco dopo in seguito alle ustioni riportate, e la sua storia, insieme a pagine inedite del diario e alle fotografie di famiglia, appare ora in prima assoluta. Leggere "Eroi in fiamme" è un modo per rendere onore a un eroe sconosciuto, che sacrificò la sua vita quando il celebre Jan Palach - che si sarebbe ucciso per gli stessi motivi nella primavera seguente - non aveva ancora probabilmente nemmeno concepito l'idea del suo gesto estremo.

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