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Lo sguardo libero
L’economista (liberale) Accinelli: “Riscopriamo l’attualità di Marx”
Fabio Accinelli, 60 anni, milanese, esperto di mercati finanziari internazionali

“In Italia lo Stato vuole regolarizzare le scelte finanziarie dei cittadini”

Riscopriamo il pensiero di Karl Marx. Lo sostiene in questa intervista Fabio Accinelli, libero professionista ed economista dei mercati finanziari internazionali. È laureato in Economia e Commercio presso l’Università Bocconi di Milano ed in Giurisprudenza presso l’Università di Pavia. Si definisce “economista orientato al liberalismo economico ed alla libertà di mercato”.

Fabio Accinelli, lei è un apprezzato economista, esperto di mercati finanziari internazionali. Perché utilizzare oggi il pensiero di Karl Marx per analizzare il mondo dell’economia e della finanza?

Ha dichiarato di recente dal finanziere George Soros: “… Karl Marx 150 anni fa ha scoperto qualcosa sul capitalismo di cui oggi tutti noi dobbiamo tener conto…” Ogni volta che il mondo vive una crisi economica e finanziaria le ripercussioni scuotono dalle fondamenta il sistema capitalistico riaccendendo l’interesse verso le pubblicazioni del filosofo tedesco. Ancora oggi Marx è il più importante teorizzatore delle crisi che il capitalismo. Il fulcro di questa teoria economica è che non esiste alcuna possibilità che il mercato da solo possa riuscire nell’impresa di autoregolarsi. Non sono neppure sufficienti eventuali sostegni esterni, fatto questo in netto contrasto con il concetto base che sottende alle teorie dell’economista inglese John Maynard Keynes.

Altri economisti concordano con lei.

Sicuramente sì. Anche ai nostri tempi quando scoppia una crisi economica generazioni intere di economisti e operatori della finanza, che senza dubbio incarnano lo spirito più ”hot“ del capitalismo, riscoprono il valore e soprattutto l’attualità di certe idee marxiste che di fatto  e per certi versi rappresentano un tipo di analisi, ancora oggi attuale, valida e riconducibile al modus operandi dell’economia capitalistica.

Qualche esempio?

Durante la crisi del 2008 negli USA si era subito riacceso l’interesse sulle teorie marxiane. Sono nate molte testate online che si sono messe a rielaborare le tesi economiche cult di Marx in una chiave di lettura moderna, attuale e soprattutto comprensibile a tutti.  Alla spinta della rilettura dei libri del filosofo tedesco hanno contribuito i diversi fattori fattuali delle odierne crisi economiche.  Basti pensare a quello che accade ancora oggi in alcune fabbriche cinesi o del Bangladesh, fatti che riaccendono l’interesse sulle considerazioni che già 150 anni fa formulavano Karl Marx e Friedrich Engels: “…non è questo il mondo in cui una civiltà civile dovrebbe organizzare la propria produzione…” Esattamente come descritto dai due economisti e fondatori  del cosiddetto socialismo scientifico o meglio marxismo classico:  l’essere umano sarebbe sempre più  diventato  la semplice propaggine di una macchina.

Quali punti del pensiero di Marx trova più attuali?

Oggi il “mantra marxiano” tocca il pensiero, anche il più recondito e nascosto, di molti degli economisti moderni. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto di come dagli USA all’ Europa sia in corso una vera e propria rinascita del cosiddetto socialismo dolce dove il pensiero di Karl Marx continua ad influenzare fortemente il “fare” degli odierni professionisti in economia e finanza quindi di riflesso di molti politici.

Alcuni parlano di “Marx Renaissance”. Che cosa si intende?

Possiamo definirla l’onda culturale sempre più potente che ciclicamente risorge per riaffermare i propri concetti base di economia agli occhi del mondo politico ma anche accademico. Il vecchio Karl Marx, muovendosi come un’onda lunga proprio nel cuore pulsante del capitalismo soprattutto USA ed Europeo, è il fidato compagno di viaggio di una larga parte dei politici e degli economisti della neo-sinistra internazionale, ma anche di quella parte di economisti più green.

Cosa penserebbe Marx della nuova emissione di Btp valore dello Stato italiano che in queste settimane hanno raccolto la cifra record di 17,2 miliardi di euro?

Che in Italia   lo Stato che vuole “regolarizzare” ogni passo della vita e del pensiero finanziario dei cittadini, questo fatto è sotto gli occhi di tutti.  Basta ad esempio dare uno sguardo al fatto che sono proprio gli organi governativi centrali che non vogliono una nuova cultura finanziaria per i cittadini ed anzi spingono gli investitori nazionali a non guardarsi troppo intorno cercando nuove forme di investimento, per contro spingendoli alla sottoscrizione di Titoli di Stato.  Questo fatto si sta ripetendo proprio in questi giorni con la nuova emissione di BTP Valore

Cosa risponde a chi dice che democrazia e libero mercato (capitalismo) vanno a braccetto?

Rispondo con una fotografia dell’attuale situazione economica e finanziaria  globale . Oggi le principali multinazionali mondiali rivestono una rilevanza economico-finanziaria spesso più potente ed influente degli stessi Stati dove risiedono e/o operano.  Ben oltre l’80 % del loro capitale di controllo è  detenuto da meno del 2% dei grandi azionisti.  Questo si tramuta nel fatto lapalissiano che le decisioni vengono prese sempre dalle stesse persone e/o istituzioni finanziarie, un gruppo ristrettissimo di soggetti in grado di condizionare le scelte operative mondiali. Di contro ogni volta che il mondo economico vive una crisi finanziaria, nell’odierno contesto storico collegata a doppio filo alle problematiche ambientali, il tutto si ripercuote direttamente sul sistema capitalistico.  Già 150 anni orsono Marx   scriveva: “…l’esistenza di una classe capitalistica sempre più esigua che detenga enormi e crescenti quote di ricchezza e potere contrapposta a una massa crescente di persone che viene sempre più sfruttata…”.  A tale proposito il finanziere americano Warren Buffet in una uscita recente del New York Times dichiarava: “…certo che la lotta di classe esiste, solo che la stiamo vincendo noi ricchi”.

Possiamo definirla marxista e/o comunista?

Comunista di sicuro no, anche perché ciò che rappresentava il comunismo non esiste più ed in qualsiasi caso non fa parte dei miei ideali politici ed economici. Mi definirei un economista orientato al liberismo economico e alla libertà di mercato. In qualsiasi caso dribblo la sua domanda nascondendomi dietro la tunica del Santo Padre, preso atto che lo stesso esterna e sciorina spesso risonanze marxiane nei suoi discorsi, messaggi e pure nei suoi scritti.  A campione basta rammentare quanto accaduto a fine dicembre 2022 quando, ricevendo in udienza una delegazione di sindacalisti della Cgil, Francesco parlò chiaramente e direttamente di “scarti sociali” e della sua profonda determinazione nel difendere la dignità del lavoro.

È impossibile mettere Marx in soffitta?

A voler ben vedere oggi le idee marxiane si muovono come una marea continua e vanno a scompaginare anche equilibri che ritenevano consolidati andando quindi ad incidere di prepotenza sia in politiche economiche che finanziarie consolidate.  Fuori da vetuste ortodossie o semplici appartenenze ideologiche esiste la cruda realtà che le lotti di classe, con cui in ogni periodo storico si è dovuto confrontare, non siano ancora finite. Voglio chiudere con una traccia di una canzone di Fabrizio De André: “…l’anima ognuno se la salva come gli pare…”

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