Renzi e Salvini, se i leader politici sbagliano i tempi
La scelta, più che presa, deve essere fatta al momento giusto
Come insegna la disciplina manageriale, una delle qualità più rare di un professionista - così come di un politico - più che prendere, è fare la scelta al momento giusto. Ad accomunare Matteo Salvini e Matteo Renzi sembra essere la tempistica. Il primo ha sfiduciato il Governo, di punto in bianco e nel periodo di Ferragosto, ritrovandosi fuori dai giochi e all’opposizione, nonostante i consensi in continuo aumento. Il secondo annuncia l’uscita dal Pd e la costituzione di un gruppo parlamentare autonomo alla Camera, a pochi giorni dalla nascita dell’Esecutivo Conte bis.
Ciò oltre il perché della scelta. Al netto di prospettive future di un’ Italia migliore e del voler fermare i rispettivi avversari politici, quella di Salvini parrebbe inspiegabile, quella di Renzi basata sul passato: “Il Pd nasce come grande intuizione di un partito all’americana, capace di riconoscersi in un leader carismatico e fondato sulle primarie. Chi ha tentato di interpretare questo ruolo, è stato sconfitto dal fuoco amico”.
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