Salvini faccia proprie le istanze federaliste di Bossi

La riscoperta degli antichi valori può giovare elettoralmente alla “Lega per Salvini Premier” 

La democrazia liberale - a differenza che sull’uguaglianza che è il suo principio secondario – si basa sull’individualismo (principio primario) ossia sul merito, sul migliore che vince la gara rispettando le regole (le leggi).

Di qui l’importanza dell’ elezione diretta dei propri rappresentanti in Parlamento (io individuo voto chi conosco e fa i miei interessi – nel senso positivo del termine, di assecondare il mio merito, la mia volontà di eccellere); di qui, come in alcuni Stati  Usa, l’elezione diretta dei procuratori da parte dei cittadini (io individuo mi faccio giudicare da chi conosco, non da un’entità avulsa, lontana… ovvio sempre nel senso positivo dei termini); di qui il federalismo (uno Stato vicino, che conosce e fa gli interessi del territorio dove vivo io individuo… per cui pago le tasse, frutto del mio merito, che rimangono, in alquanta/notevole parte, sul mio territorio e continuano ad alimentare il mio individualismo…).

Per completezza, rimangono validi i criteri di unità nazionale, difesa comune (l’esercito Usa difende meglio il cittadino dell’Arizona da un attacco militare esterno di quanto farebbe un esercito dell’Arizona) e solidarietà verso i cittadini e le Regioni che hanno meno meriti.

Quasi 40 anni fa Umberto Bossi fondò la Lega Lombarda – anche – sulla base di tali principi federalisti, che sono al contempo parte e altro dell’autonomismo.  Matteo Salvini, attuale segretario della “Lega per Salvini Premier” – che alle ultime elezioni politiche del settembre scorso è scesa all’8,8% dei voti rispetto al 34% delle Europee del 2019 - può solo guadagnare assecondando alcune di quelle istanze che lo stesso Bossi ripropone attraverso il Comitato Nord, il movimento che vorrebbe presentarsi con liste proprie alle vicine elezioni Regionali lombarde del 12 e 13 febbraio.