Lo sguardo libero
Verso il 1° maggio, tra salari e realtà: il gioco a somma zero del Governo Meloni

Giorgia Meloni
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio in vista del 1° maggio, ha dichiarato: “I salari crescono e metteremo in campo altri 600 milioni per la sicurezza sul lavoro”. Ma come stanno davvero le cose?
Secondo l’Istat, nel primo trimestre del 2025 le retribuzioni contrattuali orarie sono aumentate del 3,9% rispetto all’anno precedente (Istat, 19 aprile 2025). Tuttavia, i salari reali — cioè al netto dell’inflazione — sono ancora inferiori del 7,9% rispetto a gennaio 2021 (Istat, marzo 2024). Un dato citato (per eccesso) anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri in visita a un’azienda di Latina: “I salari reali troppo bassi sono una grande questione. Le famiglie sono in difficoltà: a marzo 2025 sono dell’8% inferiori rispetto a quelli di gennaio 2021”.
Intanto, l’inflazione ad aprile 2025 è tornata a salire: +2,0% su base annua (Istat, stime preliminari, aprile 2025). Il Governo rivendica risultati macroeconomici: ma se il Pil era atteso all'1,2%, le stime contenute nel DEF 2025 lo rivedono al ribasso, +0,6% per l’anno in corso (DEF 2025, MEF, aprile 2025). Anche la disoccupazione è calata, attestandosi al 7,2% (Istat, marzo 2025), ma secondo Eurostat il 23% dei giovani italiani sotto i 35 anni è in condizioni di lavoro precario — un dato in peggioramento rispetto agli anni precedenti (ETUC - European Trade Union Confederation, Key Youth Employment Trends – Italy, 2024).
Non si tratta solo dei giovani. Secondo l’INAPP - l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, il 38,4% dei lavoratori italiani ha guadagnato, per almeno otto degli ultimi 20 anni (tra il 2003 e il 2022), meno della soglia di povertà lavorativa (INAPP, T-DYMM 3.0 Report, 2023).
Intanto, sul fronte contrattuale, poco si muove: in Italia sono in vigore 976 contratti collettivi nazionali, ma oltre 200 sono considerati “pirata”, perché firmati da soggetti senza rappresentatività effettiva (CNEL, Archivio CCNL 2024).
Il dibattito sul salario minimo resta sospeso. Ed è qui che torna la voce istituzionale del presidente Mattarella: richiamando l’articolo 36 della Costituzione, ha dichiarato, sempre ieri da Latina, che “i lavoratori vanno retribuiti in modo proporzionato alla quantità e qualità del loro lavoro e in ogni caso in modo sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
E l’opposizione? Il Partito Democratico, guidato da Elly Schlein, insiste su un salario minimo legale da 9 euro l’ora (Camera dei Deputati, Atto C.1275, 2025).