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Obsolescenza: Samsung aumenterà i prezzi di smart tv e non solo

Oggi scegliere una smart TV Samsung, piuttosto che una lavatrice intelligente o uno smartphone di ultima generazione non è più una decisione da esperti di tecnologia, ma un acquisto comune a milioni di famiglie. Attenzione, però, perché la casa coreana ha reso noto che nel caso in cui le norme sull’obsolescenza programmata dovessero venire approvate si potrebbe verificare un aumento dei prezzi.

L’annuncio di Samsung

L’annuncio del brand asiatico giunge proprio mentre in Senato il disegno di legge riguardante le tecniche finalizzate a diminuire il ciclo di vita degli smart tv Samsung, elettrodomestici e smartphone è stato ripreso di nuovo in esame. Nel mirino di Samsung, in particolare, è finita la super estensione della garanzia, ma c’è un altro provvedimento che è oggetto di profonde critiche: si tratta dell’obbligo di conservazione per 10 anni dei pezzi di ricambio.

Il nuovo disegno di legge

Entrando più nel dettaglio del nuovo disegno di legge allo studio, sarebbe innalzato a 5 anni il lasso di tempo entro il quale gli utenti avrebbero la possibilità di chiedere la sostituzione o la riparazione di un prodotto di piccole dimensioni che si è guastato; una soglia che, nel caso dei grandi elettrodomestici, salirebbe addirittura a 7 anni. È questa la super estensione della garanzia che ha fatto storcere il naso al colosso coreano: e così Samsung Italia è corsa subito ai ripari, rendendo noto che l’approvazione di una decisione del genere potrebbe innescare una crescita consistente dei prezzi. Insomma, una legge che in teoria dovrebbe favorire e tutelare i consumatori finirebbe per penalizzarli e danneggiarli.

Perché Samsung minaccia di aumentare i prezzi

Ma non è questa la sola ragione per la quale Samsung lascia intravedere la possibilità che i prezzi dei suoi dispositivi vengano aumentati. Lo stesso effetto potrebbe derivare anche dall’obbligo per i piccoli produttori di mantenere per 10 anni in magazzino i pezzi di ricambio dei grandi elettrodomestici (per 5 anni nel caso di prodotti di piccole dimensioni). In una eventualità del genere, sempre secondo l’azienda asiatica, si avrebbe a che fare con costi di gestione dei magazzini molto più alti che finirebbero per ripercuotersi sulle tasche dei clienti.

I dubbi di Samsung

La nota che è stata diffusa da Samsung non si limita a preconizzare un potenziale aumento dei prezzi a detrimento della clientela, ma pone anche dei dubbi e delle perplessità ancora da risolvere. Ci si chiede, per esempio, se una eventuale violazione delle norme allo studio potrebbe comportare per i produttori delle responsabilità di carattere penale. Al tempo stesso l’azienda chiama in causa l’Autorità Antitrust a tutela dei consumatori, domandandosi se le norme che potrebbero essere approvate risultino compatibili con i poteri detenuti dall’Authority.

Cosa potrebbe cambiare per i consumatori

Il timore per i consumatori è che nel giro di poco tempo si possa assistere a un incremento ingente dei prezzi degli smartphone e dei tablet, ma anche delle smart tv Samsung, dei frigoriferi e di tutti gli altri elettrodomestici che siamo abituati a tenere in casa. L’avvertimento lanciato da Samsung Italia non contiene mezze misure ed è rivolto in maniera diretta ai senatori operativi nella Commissione Industria, che stanno studiando un modo per contrastare il fenomeno dell’obsolescenza programmata. Come noto, con questa espressione si fa riferimento all’insieme di tecniche che vengono messe in atto dai produttori di articoli tecnologici per ridurre il ciclo di vita dei prodotti in maniera apposita, così che i consumatori non possano far altro che acquistarne di nuovi.

Come contrastare l’obsolescenza programmata

Va detto che Samsung Italia almeno a parole non si è dichiarata ostile a cambiamenti normativi che permettano di combattere l’obsolescenza programmata: semplicemente ha manifestato la propria contrarietà rispetto alle soluzioni che sono allo studio in questo momento in Senato. La richiesta che proviene dal colosso tecnologico, in particolare, è quella di regole che risultino equilibrate e precise: diverse, insomma, dal disegno di legge che viene analizzato in questi giorni dalla Commissione Industria.

Il disegno di legge allo studio

Nel mirino di questo disegno di legge finirebbero quei produttori di software che obbligano i consumatori ad accettare in continuazione gli aggiornamenti dei software. Come noto, l’effetto di questi aggiornamenti è quello di rallentare i telefoni, compromettendo la loro efficienza. La protesta di Samsung è netta: per il produttore gli aggiornamenti dei software sono essenziali e inevitabili, e tra l’altro hanno lo scopo di prevenire e di contrastare gli attacchi che i pirati informatici potrebbero sferrare contro gli utenti. L’azienda coreana assicura, però, che tutte le procedure di aggiornamento sono studiate per evitare che il funzionamento degli smartphone ne possa risentire in qualche modo.

La richiesta di Samsung

Un punto su cui Samsung sembra non voler transigere è quello relativo alle sanzioni. In particolare, il produttore esige che i costruttori di dispositivi elettronici – non solo smartphone, quindi – vengano sanzionati solo nel momento in cui si dimostri la loro intenzione di danneggiare in modo deliberato i prodotti. Sempre secondo Samsung, dovrebbero essere i consumatori a riuscire a dimostrare che i beni comprati sono stati penalizzati dai produttori, il che sarebbe possibile solo mediante perizie tecniche.

Meglio affrettarsi

Insomma, in attesa che la matassa in questione venga sbrogliata e prima di capire se i prezzi dei prodotti di Samsung verranno aumentati a causa dell’entrata in vigore delle nuove norme, per ora ancora in fase di studio, forse conviene fare scorta di dispositivi tecnologici e non rinviare nel tempo l’acquisto di quei prodotti che si ha in programma di comprare. Alla fine, il provvedimento che dovrebbe sfavorire l’obsolescenza programmata rischia di indurre i consumatori a una corsa allo shopping in cerca delle occasioni più convenienti. Chi vincerà la sfida tra Samsung e il governo?

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