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Politicamente scorretto
Mauro Icardi giaccia nell'oblio

Le cronache, non solo sportive, hanno dato risalto alla vicenda del calciatore argentino Mauro Icardi, capitano dell'Internazionale Fc, autore del suo primo libro autobiografico (a soli 23 anni chissà quali esperienze di vita ........) in cui narra un episodio accaduto un anno e mezzo fa al termine della gara contro il Sassuolo a Reggio Emilia, allorchè ebbe un acceso diverbio con alcuni esponenti della curva Nord.
In quell'occasione a seguito della sconfitta dei nerazzurri, il capitano Icardi sostiene di aver gettato la sua maglia ad un bambino presente sugli spalti, ma alcuni dei responsabili della tifoseria avrebbero strappato dalle mani del fanciullo il "prezioso cimelio" rigettandola in segno di disprezzo e di contestazione verso il capitano, simbolo di una squadra che non esprimeva quell'attaccamento ai colori che ogni tifoso vorrebbe.
Seguito di insulti reciproci e, nonostante il timore della società per eventuali azioni da parte dei tifosi, non accadde nulla nei giorni e settimane seguenti, eccetto un incontro con uno dei leader della curva che richiese scuse pubbliche da parte di Icardi, che rifiutò decisamente.
"Normalità" dei rapporti tra tifosi e giocatori (nessun atto di violenza o minacce) si direbbe, ma il "pandemonio" scoppia 18 mesi dopo.
Perchè Mauro Icardi, capitano, centravanti, "simbolo" dei colori nerazzurri, non è solo un giocatore famoso, lautamente retribuito, ma è l'icona del nuovo calcio del calcio business , del calcio modaiolo che da oltre tre lustri ha soppiantato "l'altro calcio" quello che i vecchi appassionati definirebbero "Vero".
Accompagnato dalla gentile consorte ex top-model, Wanda Nara, ora procuratrice, assistente in ogni dettaglio della vita professionale e non, del promettente partner, il giovin Icardi, che ha fornito più notizie di sè fuori del rettangolo di gioco, rispetto alle gesta pallonare per cui riceve bonifici annuali a sei zeri (ormai negli annali del gossip la tresca amorosa con l'attuale consorte, "conquistata" all'amico e connazionale Maxi Lopez).
E così, non poteva che confermare questa sua nomea.
E sì, perchè Maurito ha commentato nel suo libro biografico quell'episodio post Sassuolo- Inter, affermando: “Nello spogliatoio vengo acclamato come un idolo... I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: “Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”
Una sbruffonata, una spacconata la definirei quella frase, in linea con l'atteggiamento da super-star che gli è stata cucita addosso.
Tifosi inferociti, come giusto che sia, e contestazione prima, durante e dopo la gara interna contro il Cagliari di domenica scorsa.
Era inevitabile.
Richiesta della curva di affidare la fascia di capitano ad una altro giocatore e ostracismo "affettivo" totale nei confronti del "ex idolo" .
Di tutta questa vicenda, l'aspetto più sconcertante, a mio modo di vedere (io che sono un "vecchio tifoso" dell' altra squadra di Milano, o meglio della Prima squadra di Milano: AC MILAN 1899), non sono le sbruffonate di Icardi scritte sul libercolo, la contestazione della curva (legittimissima, per come vivo il calcio) per la mancanza di rispetto del loro rappresentante, che probabilmente si dimentica che i suoi lauti ingaggi sono elargiti grazie alla passione dei tifosi e del loro amore per la maglia che indossa (non degnamente visto i suoi comportamenti dentro e fuori dal campo), quanto, piuttosto, l'epilogo che pare sia stato scritto nella giornata di lunedì 17 ottobre.
"La società Internazionale Fc 1908 , si legge sul comunicato pubblicato sul sito ufficiale, inter.it, a seguito dell'incontro avvenuto in mattinata tra i dirigenti e Mauro Icardi, comunica che per il capitano nerazzurro verrà applicata la sanzione prevista per aver violato il regolamento interno del Club, sottoscritto da ogni giocatore".
In altre parole, Icardi non viene "degradato", e continuerà ad indossare la fascia da capitano e nessun altro provvedimento sarà applicato, eccetto togliergli qualche "spicciolo" dalle sue tasche da nababbo e cancellare, a sue spese, la frase "incriminata" dal libro.
Chissà, forse è solo il preludio di una sua cessione durante la prossima sessione di mercato.
Certo è che anni fa i giocatori che si rendevano protagonisti di atteggiamenti non in linea con lo "stile" e i valori predominanti venivano "scomunicati" a vita da tifosi e dirigenza.
Così, tanto per ricordare: Collovati "bollato" come traditore per essersi accordato con i cugini interisti non appena intuì la probabile retrocessione in cadetteria del Milan; Massaro che venne esiliato un anno a Roma, sponda giallorossa per comportamento non consono agli ordine di mister Sacchi in quel Milan scudettato; Manfredonia fedifrago per antonomasia e odiato sia da romanisti sia dai laziali, per essere passato dalla Lazio alla Roma, via Juventus negli anni difficile della compagine biancoceleste; Malgioglio portiere biancoceleste degli anni 80 a cui venne rescisso il contratto reo di aver sputato sopra la maglia dopo una serie di insulti da parte della curva per scarso impegno e per i suoi trascorsi romanisti; Gerets capitano della nazionale belga fu cacciato dal Milan di Farina non appena si scoprì la sua implicazione in uno scandalo scommesse accaduto anni prima in Belgio.
Ma questi sono solo alcuni esempi, tuttavia emblematici dei valori dominanti in quegli anni.  
Valori preminenti in oltre 100 anni di storia del calcio, oggi, purtroppo, ancora una volta calpestati dal business sfrenato e dominante.
In altre epoche (non lontane in fatto di tempo, ma lontanissime se si considera la totale rivoluzione del settore), se un giocatore si rendeva protagonista di talune espressioni, comportamenti, atteggiamenti, minacce di scarso impegno per "estorcere" inconcepibili ed esose richieste economiche, o "flirtava" con altre società, nonostante un regolare e sontuoso contratto, non solo avrebbe "assaggiato" la dura contestazione fisica e psichica dei tifosi, ma sarebbe approdato in altri lidi meno prodighi di successi e di ingaggi faraonici, con la stroncatura pressoché totale della carriera calcistica.
Lo prometto, non scriverò mai più una riga che riguardi le gesta calcistiche o extracalcistiche di personaggi come Mauro Icardi (tanto meno delle loro consorti, compagne, dolci metà, che fanno parte del mondo dello spettacolo o ne hanno fatto parte, e che dirigono  e gestiscono il loro "top-player" come una multinazionale), perchè questo significherebbe essere complice involontario della loro fama e dell'aumento esponenziale dei loro introiti milionari.
Questo genere di calciatori dovrebbe giacere nell' oblio più assoluto.

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