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Porte blindate: il rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia

La ricerca sulla filiera della sicurezza nel nostro Paese racconta che la porta blindata è il sistema di difesa che viene usato più di frequente dai nostri connazionali: sono più di 33 milioni gli italiani che se ne servono, pari a oltre il 66% della popolazione adulta. 17 milioni, invece, sono gli italiani che hanno deciso di installare sulle porte e sulle finestre delle inferriate: circa 1 su 3. Infine, altri 16 milioni hanno preferito puntare sulle finestre e sui vetri blindati: oltre il 31%. I dati provengono da un rapporto che è stato stilato nel 2018, ma si tratta dell’unico che è stato realizzato dal Censis, pertanto da considerarsi valido e attendibile. Lo studio, denominato “1° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia”, è stato portato a termine anche grazie alla collaborazione di Federsicurezza.

I risultati della ricerca

Per quanto sia in costante calo il numero di reati che vengono denunciati, tra la popolazione la sensazione di insicurezza continua ad aumentare, così come la paura di subire furti in casa. Un’impressione che coinvolge in particolare i nuclei familiari che si trovano a vivere in contesti di maggior disagio e quelli a reddito basso, che non possono investire troppi soldi per l’acquisto di dispositivi di sicurezza privati. D’altro canto, la diminuzione dei reati denunciati non è sempre uno specchio veritiero della situazione: sempre più spesso le persone rinunciano a denunciare furti e rapine consapevoli dell’inutilità di tale procedura.

Il rischio criminalità nel nostro Paese

In base al rapporto dedicato alla filiera della sicurezza, più di 19 milioni di italiani avvertono, nel territorio in cui abitano, il rischio di criminalità. Il picco in questo senso si riscontra nelle regioni del Centro, dove sono quasi il 36% sul totale i nuclei familiari che hanno paura di essere vittime di un reato. Il 33% delle famiglie del Nord Ovest, a propria volta, dichiara di sentirsi in pericolo. Insomma, la criminalità viene percepita come un problema di notevole gravità, segnalato da più di 1 italiano su 5, e nella graduatoria delle preoccupazioni dei nostri connazionali viene dopo solo la mancanza di lavoro, l’evasione fiscale e il prelievo fiscale eccessivo.

È opinione dello staff di Fabbro Roma, che assicura nella Capitale un pronto intervento 24 ore su 24 per la riparazione di serrature di porte blindate anche a seguito di tentato scasso, che la paura della criminalità è in contrasto con ciò che lasciano intuire i numeri relativi all’andamento dei reati, protagonisti di una discesa costante. In effetti nel 2008 nel nostro Paese sono stati poco più di 2 milioni e 700mila i reati denunciati, che nel 2013 hanno quasi sfiorato i 2 milioni e 900mila. Da quell’anno, invece, il trend è stato al ribasso, e nel 2017 le denunce sono state di poco superiori ai 2 milioni e 200mila casi. Questo vuol dire che tra il 2008 e il 2017 il calo è stato di oltre il 17%.

I crimini che suscitano più allarme

I furti e le rapine rientrano nel novero dei crimini che provocano più allarme sociale. In particolare, i reati più comuni sono proprio i furti, che suscitano preoccupazione non solo per la diffusione, ma anche per le modalità con cui vengono attuati. Se è vero che tra il 2015 e il 2017 si è registrata una riduzione di circa 400mila denunce, è altrettanto vero che si amplia sempre di più il delta tra le denunce e i casi effettivi. Insomma, si tratta di capire se a diminuire siano stati i reati predatori o, invece, la fiducia degli italiani nei confronti delle capacità delle forze dell’ordine e, soprattutto, delle sentenze della giustizia italiana.

La paura degli italiani

Tanti comportamenti dei nostri connazionali sembrano avere come denominatore comune la paura, al punto che sembra che gli italiani, per beneficiare di una maggiore sicurezza, siano disposti a cambiare le proprie abitudini e perfino stili di vita che appaiono consolidati. Per esempio, quasi 4 italiani su 10 si sono detti a favore di criteri meno restrittivi per ciò che riguarda la detenzione di armi da fuoco a fini di difesa personale, e solo pochi anni prima a esprimersi in tal senso era 1 italiano su 4. Le persone meno istruite e gli anziani sono i più favorevoli.

I dispositivi di protezione

Così, a fronte di un allarme tanto elevato, i dispositivi di protezione sono diventati così diffusi che ormai vengono considerati a tutti gli effetti parte dell’arredo. La porta blindata è il sistema di difesa più comune, mentre il 42% degli italiani sopra i 18 anni dispone di un sistema di allarme. Più di 1 persona su 2, infine, afferma di aver rinunciato a tenere oggetti di valore in casa: i criminali hanno stravolto le nostre abitudini quotidiane.

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