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Rocca sbrocca
Social e politica: servono nuove regole contro lo strapotere dei Big Tech

Forse abbiamo tutti esagerato con l’uso dei social e delle app di messaggistica sugli smartphone ma i Big Tech proprietari delle piattaforme hanno troppo potere e servono regole precise per tutelare gli stessi utenti contro la violazione della privacy e contro i contenuti che dividono come: disinformazione,  propaganda e incitazione all’odio.

La tendenza in atto, già prima dei fatti di cronaca accaduti la scorsa settimana per l’elezione del presidente degli Stati Uniti a Washington, ha visto esporre le celebrities americane di alto profilo come Kim Kardashian  (188 milioni di follower su Instagram) Leonardo Di Caprio, Jennifer Lawrence e Sacha Baron Cohen ad una protesta, con il congelamento del proprio account Instagram o Facebook, per chiedere alla piattaforma di fare di più per affrontare il problema delle fake news e dell’incitamento alla violenza.

Molte celebrities, poi, stanno uscendo dai social anche per i problemi relativi alle fake news che danno origine ad un turbine mediatico di difficile gestione. Oppure, perché possono venire attaccati, e si devono poi anche scusare per non rischiare il linciaggio mediatico per un nonnulla.

Queste scelte potrebbero avere un effetto rilevante in quanto parte dell’attrattiva delle piattaforme social è la capacità di rimanere aggiornati su ciò che sta accadendo alle celebrità predilette e avere la possibilità di interagire con loro in tempo reale. Perché un personaggio molto famoso già prima dell’avvento dei social, dovrebbe condividere la sua vita con tutti?

Molte star, se ne tengono alla larga nel condividere le proprie informazione personali. Anzi, chi ha troppa fama sente l’esigenza di tutelare la propria riservatezza. Come non capirli? George Clooney, Brad Pitt  Jennifer Lawrence, Emma Stone, Scarlett Johansson, non sono sui social media. Tutto sommato le grandi star non devono autopromuoversi più di tanto. Christopher Nolan, uno dei registi più importanti del panorama mondiale, neanche ha lo smartphone. Al limite è un lavoro che riguarda i social manager. Chissà quante sono le celebrities che si avvalgono di collaboratori che gestiscono per loro il proprio profilo.

Ma andiamo in ordine. Punto primo, la privacy individuale. Se mi iscrivo a Facebook e vengono usati i miei  dati personali dovrei poter dire: sì accetto, oppure, no non accetto. Il caso Cambridge Analitica, la società che rivendeva i dati sensibili degli iscritti al social network, dovrebbe insegnare. Cioè, non possono comprare i miei dati e devono darmi la possibilità di tutelare la mia privacy. Inoltre, il bombardamento di post pubblicitari dovrebbe essere controllato.

O meglio, dovrebbe essere più facile potersi difendere mentre le opzioni per disinnescare il bombing sono sempre difficili e con procedure scritte in minuscolo e che bisogna attivare al limite della pazienza umana che quasi si rinuncia per disperazione subendo passivamente. Vorrei la scelta di poter ricevere o no altre cose. Dobbiamo chiedere ai governi di tutela anche le persone sulle piattaforme.

Punto due: la propaganda politica. Il signor Zuckemberg, proprietario di Facebook e WhatsApp e Instagram risulta aver finanziato la campagna elettorale alla Casa Bianca di Biden, candidato democratico. Non è giusto. Il suo ruolo gli imporrebbe di essere al di sopra delle parti altrimenti che tipo di credibilità può avere nel decidere se cancellare o meno un profilo rispetto ad un altro. Come si risolve questo conflitto di interessi? E’ necessaria  una linea uguale per tutti: o non si usano i social network in politica per le campagna elettorale o si decida prima le regole su cosa o chi si oscura.

Al netto delle condanna alla violenza, viene bannato Trump definito lo zio pazzo in casa propria (come è stato apostrofato da una giornalista americana per il suo uso di Twitter) ma si lasciano aperti profili di autocrati insindacabili di tutto il mondo. Chi controlla chi? Ci vorrebbe una par condicio da applicare da applicare contro i dittatori.

Ora, per esempio,  WhatsApp vuole imporre la condivisione delle regole con Facebook altrimenti  non puoi accedere. Ai più questa imposizione lascia indifferenti ma questi  sono comportamenti monopolistici dei grandi colossi dell’high tech che andrebbero regolati dall’Antitrust. In sintesi, io sto sul tuo network se tu rispetti la mia privacy.

Molti si stanno spostando su piattaforme alternative che tutela in maniera più decisa la privacy. Come Telegram ma soprattutto Signal il cui  simbolo grafico è la classica nuvoletta blu che indica le conversazioni nei cartoni animati, con al centro una serratura. L'applicazione, ha come punto di forza qualità spesso carente tra le altre app di messaggistica istantanea, la privacy.

Non ti possono sentire le tue conservazioni, né vedere i tuoi messaggi, nessun altro può. Inoltre l'app permette agli utenti anche di verificare la loro reciproca identità. L’endorsement a Signal dopo la decisione di WhatsApp di aggiornare termini e condizioni del servizio che ha riacceso l’attenzione sulla questione privacy arriva direttamente da un altro big, Elon Musk geniale fondatore di Space-X e cofondatore di Tesla.

Il suo consiglio di boicottare WhatsApp e preferire Signal ha spostato gli equilibri di questi ultimi giorni facendo registrare un numero elevato i download per questa applicazione. Potenza della parola di Elon Musk o della necessità di privacy? Forse questo è un passo indietro necessario rispetto all’estrema condivisione in cui ci hanno trascinato i social network o all’abitudine al controllo dei messaggi istantanei. Forse dobbiamo fare tutti un passo indietro per tutelare la nostra stessa privacy.

Ma ho ricevuto, in una conversazione sull’argomento con dei giovani ragazzi, un ulteriore chiave di lettura: “E’ una moda e finirà.  Finirà la moda dei whatsapp che rivelano accessi e presenza nelle chat ad ogni ora. Uno modo di comunicare e controllare a cui alla lunga, pur non volendo,  nel tempo tutti si assuefanno - mi dicono - ma prima o poi torneremo all’essenziale. Torneremo agli SMS”.  

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