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Coronavirus
AstraZeneca, over 70 contrari al vaccino. Urge un plotone di comunicatori

Lettera Aperta a:

- Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi

- Ministro della Salute On Roberto Speranza

- Sottosegretario al Ministero della Salute On. Pierpaolo Sileri

- Presidente Regione Lombardia avv. Attilio Fontana

- Assessore al Welfare Regione Lombardia Dott. Letizia Moratti

Lo stop di ieri a Johnson & Johnson, che potenzialmente avrebbe procurato come AstraZeneca eventi trombotici, ha creato ancor più confusione fra gli over 70, già perplessi davanti al balletto di AstraZeneca per fasce di età. Difficile dire che su questo vaccino non ci sia stata confusione. Prima andava bene solo per i giovani under '55, lasciando passare il concetto che, visto che i giovani sono meno a rischio, possono fare un vaccino meno efficace, meno protettivo. Quello che si sa è che è a vettore virale  da adenovirus di scimpanzé e copre sino all’80%. Anche Johnson & Johnson è a vettore virale, ma da adenovirus umano. Pfizer invece, ma anche   Moderna, si basano  sulla tecnica dell’Rna messaggero e sono efficaci per circa il 95%.

Le prime scelte quindi erano frutto di logica, perfettamente comprensibili. Gli over 70 sono in assoluto la popolazione più a rischio perché rappresentato il 95% dei casi di Covid grave.

C’è un altro neo. L’Europa ha acquistato molto più AstraZeneca, che costa poco più di due euro, mentre i prezzi di Pfizer e Moderna già pari a oltre 5 volte, lievitano e alcuni Stati non badano a spese e si accaparrano grandi dosi. Serpeggia il dubbio che a guidare la preferenza siano stati più il prezzo o la disponibilità.

Poi AstraZeneca viene allargato agli under 65, ma a marzo alt  non va bene per nessuno, perché ci sono casi (pochissimi) di trombosi, alcuni fatali. Dal 9 aprile va bene solo per gli over 65. Perché?, molti si chiedono, Perché prima non era abbastanza efficace per chi è più a rischio per età, ora invece va bene solo per chi è nell’età dei “giovani anziani”?

E che cosa succede se fra quei giovani anziani ci sono, come è fortemente probabile, persone che soffrono di patologie anche croniche? La circolare del 9 Febbraio del Ministero, oltre a identificare indipendentemente dall’età le persone estremamente vulnerabili per le quali viene raccomandato preferenzialmente l’utilizzo di vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna),  segnala in una tabella come persone ad aumentato rischio clinico se infettate chi soffre di malattie respiratorie, cardiocircolatorie, in condizioni neurologiche e di disabilità, diabete, HIV, insufficienza renale, ipertensione arteriosa, malattie autoimmuni, patologia oncologica, trapianto di organo solido e di cellule staminali.

E il Ministero della Salute aggiunge che le vittime di Covid soffrivano già per il 65,8% di ipertensione arteriosa, al 29,3% di diabete mellito, al 28,1% di  cardiopatie,  al 24,2% di fibrillazione atriale, al 23,5% di demenze, al 21%  di insufficienza renale cronica, al 17,4% di bronco pneumopatia, al 16,7% di tumori attivi negli ultimi 5 anni.

Quadro chiaro, chi sono le persone più esposte a queste patologie? Gli over 70. I quali sono in larga parte pronti, convinti e desiderosi di vaccinarsi, con il vaccino a loro assegnato sino al 9 aprile a mRNA, cioè Pfizer e Moderna, che sono appunto più protettivi, e per i quali sinora non c’è controindicazione. Da quella data  tutto diventa confuso, niente più Pfizer o Moderna, non si può scegliere, ora per loro c’è AstraZeneca. Incomprensibile, le persone vogliono indicazioni chiare e semplici, sono abituati a fare due più due fa quattro. E rifiutano quello che non capiscono, specie se in gioco è la loro salute. Non c’è da stupirsi se il 20% degli over 70 ha rifiutato sino a ieri il vaccino con punte del 50% al Sud e dell’80% in Sicilia. Dopo lo stop a Johnson e Johnson, oggi ci sono già segnali, potrebbero anche aumentare.

Come fare? Un suggerimento, siamo in guerra contro il virus. Per l’organizzazione e la logistica è stato chiamato un generale, per la comunicazione almeno si chiami se non un battaglione, almeno un plotone di professionisti della Comunicazione.

Esperti che non solo passano le notizie confezionate, ma in grado di tradurre dallo scientifichese – operazione non semplice - capaci di costruire  messaggi, anticipando le domande dei cittadini, in una parola, come diciamo noi, di vincere le resistenze.

Quindi al posto di dire i casi di trombosi,eventualmente  prodotti da Astra Zeneca, sono pari o meno degli eventi che comunque accadrebbero, bisogna dire gli over ‘70 possono farsi inoculare Astra Zeneca, anche se soffrono di questa o quella patologia e perché. E la risposta deve venire dagli specialisti. Lo pneumologo, il diabetologo, il nefrologo, l’immunologo, l’oncologo,  il neurologo. Prendiamo il caso della fibrillazione atriale, secondo due cardiologi che ho sentito, chi ne soffre assume già un anticoagulante, quindi non dovrebbe andare incontro a rischi maggiori di eventi trombotici. Con tutti i se del caso, che deriverebbero da un  parere discrezionale dei curanti, sinora rimasti a margine, come se non fossero loro a conoscere i pazienti.

E questa strategia di comunicazione andrebbe formulata e attivata subito per ogni patologia, facendo circolare la nota fra giornali, TV e social. Se poi si riuscisse ad attivare un numero verde nazionale  meglio ancora.

Tanto più, che, notizia di oggi, volontariamente anche gli under ‘60 potranno farsi inoculare Astra Zeneca, e per rendere quel “volontariamente” una scelta ragionata, e non un azzardo, questo esercizio sarebbe molto utile.

In Italia ci sono numerose eccellenze fra i comunicatori. Bisogna chiamarli, molti saranno disponibili a dare il proprio contributo.

 

*del popolo degli over 70

Premio alla Carriera in Comunicazione -  2017

 

 

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    astrazeneca





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