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Coronavirus
Coprifuoco zona gialla, funziona davvero? Cosa dice la scienza
(fonte Lapresse)

Coprifuoco zona gialla: gli studi realizzati fino ad oggi non permettono di stabilire se la chiusura serale porti a un calo effettivo dei contagi

A partire da ieri 26 aprile il Governo ha concesso nella maggior parte del Paese una serie di riaperture. Molte Regioni sono passate in zona gialla e bar e ristoranti possono tornare a lavorare fino alle 22 se dispongono di spazi all'aperto. Resta però attivo il coprifuoco, potenzialmente fino al 31 luglio. In molti si chiedono se questa misura abbia una reale efficacia nel contenere il contagio da Covid-19, tanto che Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono fatti promotori della sua abolizione o almeno di spostare la chiusura dalle 23 alle 5 del mattino.

Coprifuoco alle 22, funziona davvero? Cosa dice la Scienza

Sono stati effettuati diversi studi sull'efficacia del coprifuoco, misura di contenimento dei contagi adottata in diversi Paesi nel mondo. Come rilevato dal Post, le ricerche hanno dimostrato che sicuramente è inutile e porta a dei risultati soddisfacianti nel ridurre il rischio di contagio da Covid-19 ma ad oggi nessuno è riuscito a confermare se sia davvero efficace o meno.

Uno studio preliminare realizzato in Lussemburgo affermerebbe che il coprifuoco alle 23 avrebbe un un impatto ridotto sulla diffusione del contagio ma gli stessi autori sottolineano che non è stato possibile prendere in considerazione il comportamento dei singoli individui, che potrebbero aver scelto di anticipare i momenti di socialità rispetto al periodo pre-pandemia. Altre ricerche che arrivano dal Kenya e Francia confermano l'efficacia del coprifuoco nel ridurre i contagi e il peso sul sistema sanitario del Covid-19 ma solo in concomitanza di altre misure di contenimento degli spostamenti e dei contatti umani.

Una ricerca effettuata in Grecia ha misurato gli effetti del coprifuoco alle 21 prolungato per diversi mesi e il numero di contagi ad Atene dopo l'introduzione del divieto di spostamento alle 18. L'estensione del coprifuoco non avrebbe avuto un impatto sensibile sul tempo trascorso dalle persone in supermercati e farmaci. I ricercatori ritengono che ciò dipenda dal fatto che certe attività sono più frequentate durante il giorno.

L'analisi delle reti cellulari permette di ricostruire i movimenti dei singoli individui e sapere se gli spostamenti sono minori durante il coprifuoco ma non consentono di stabilire se le restrizioni siano correlate a un calo dei contagi. In linea di massima comunque, come confermano alcune ricerche effettuate in Canada, il numero di casi aumenta nel momento in cui cresce la liberà di movimento ma non si può dire con certezza che il coprifuoco alle 22 abbia un impatto tale sulla salute pubblica da essere giustificato.

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