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Coronavirus
Covid, gli animali a rischio: gatti, cavalli, delfini, gorilla e panda

 Cavalli, delfini, capre, gorilla, capodogli, panda, leopardi, gatti, criceti. Sono solo alcuni dei 44 mammiferi che avrebbero il potenziale per contrarre l’infezione da nuovo coronavirus, secondo quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences e condotto dagli scienziati della Tsinghua University, della Fudan University e della Westlake University, in Cina, che hanno analizzato in laboratorio le cellule animali per verificare quali specie esprimessero il recettore ACE-2, responsabile dell’ingresso del virus in organismo.

Covid negli animali: quali sono le specie che possono ammalarsi?

    “Sono almeno 44 i mammiferi diversi dall’uomo che potrebbero, quantomeno in via teorica, contrarre il Covid-19 – afferma Yinghui Liu – ad esempio rinoceronti, bovini, gatti, cavalli e criceti”. Il team ha valutato la capacità di SARS-CoV-2 di infettare le cellule animali, considerando 48 ortologhi, ovvero geni omologhi, presenti in specie diverse ma correlate, che codificano per proteine con funzioni simili e separatisi a seguito di speciazione, o evoluzione delle specie. Gli esperti precisano che i risultati ottenuti si basano su colture cellulari analizzate in laboratorio e non su ambienti reali, per cui sarà necessario approfondire le ricerche e comprovare i dati preliminari.

    “Il nostro lavoro sottolinea l’importanza di interrompere e vietare il commercio e il consumo illegali di fauna selvatica – ribadisce lo scienziato – e di rafforzare la sorveglianza di animali a stretto contatto con la specie umana. Molti esemplari potrebbero infatti rappresentare serbatoi zoonotici in grado di trasmettere agenti patogeni potenzialmente pericolosi per l’uomo”. (AGI)

 Gli autori hanno rilevato che invece uistitì, koala, topi, saimiri e cebi dai cornetti sembravano non esprimere i recettori ACE-2. “I nostri dati sono coerenti con le recenti scoperte secondo cui furetti, gatti, cani e alcune scimmie sono suscettibili all’infezione – osserva Gaowei Hu della Fudan University, altra firma dell’articolo – diverse ricerche hanno evidenziato la possibilità che diverse specie di mammiferi possano effettivamente contrarre Covid-19”.

L’autore cita un lavoro precedente condotto dagli scienziati dell’Università di Liverpool che avevano considerato le associazioni tra 411 ceppi di coronavirus e 876 potenziali specie ospiti di mammiferi, ottenendo risultati simili al team orientale.    

“Le teorie attualmente più accreditate ipotizzano che la pandemia abbia avuto origine in una specie di pipistrelli – conclude Liu – ma è probabile che il virus sia passato all'uomo attraverso i pangolini o un altro ospite intermedio. Le recenti scoperte suggeriscono che diversi mammiferi possono contrarre l’infezione, per cui è davvero importante continuare a studiare questa minaccia in modo da elaborare strategie di difesa efficaci”

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