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Coronavirus
Covid, varianti presto prevalenti: la curva in flessione è calma apparente

Secondo i dati degli ultimi giorni, "siamo in una situazione di calma" come dice Pregliasco, ma per alcuni scienziati si tratta solo di una calma apparente: le varianti del virus, soprattutto quella inglese, preoccupano e potrebbero essere prevalenti verso fine febbraio, ecco perché molti virologi e medici invitano a non abbassare la guardia. Tra questi Pregliasco, Vespignani e Galli.

Pregliasco: "Varianti preoccupano, servono misure mirate"

“Servono interventi chirurgici in determinate situazioni, prepariamoci a soluzioni diversificate, magari appesantendo un po’ i parametri per passare dalle zone gialle alle zone arancioni visto che la zona gialla così come è definita adesso determina un aumento del numero dei casi. Ci vuole estrema attenzione”. Fabrizio Pregliasco, virologo, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, a “Radio anch’io” su Rai Radio1 condivide la preoccupazione per le diverse varianti del virus.    

“Siamo in una situazione di calma – spiega Pregliasco - ma con una definizione meteorologica di potenziale tempesta legata al fatto che ci rendiamo conto, e questa è una buona cosa, che le varianti ci sono. Sino al recente passato non andavamo a fare quel tipo di indagini che si stanno facendo adesso. Il virus come naturale si modifica, le varianti sono tante, dobbiamo monitorare le più ‘cattive’: c’è un leggero ma costante incremento dei ricoveri, un piccolo peggioramento. La situazione non va sottovalutata”.

Covid, Vespignani: "15 giorni e variante inglese sarà prevalente"

Alla fine di febbraio la variante inglese avrà raggiunto il cinquanta per cento in Italia, cioè sarà presente in un nuovo contagiato su due e nel mese di marzo, ha dichiarato dall'epidemiologo Alessandro Vespignani in un'intervista a Repubblica. "Arriverà a essere prevalente, grazie alla maggiore capacità di infettare", ha spiegato,"Sars-Cov-2 e la variante inglese diventeranno tutt'uno. Per i ceppi del passato ci sarà sempre meno spazio".    "L'aumento della prevalenza non si può fermare, è solo questione di tempo. Essendo più contagioso il ceppo inglese tenderà a soppiantare gli altri" ha sottolineato l'epidemiologo che invita alla cautela aperture e a tenere costantemente sotto controllo l'Rt. "Il ceppo britannico ci renderà la vita più dura e le misure tradizionali potrebbero non bastare", ha osservato. 

Coronavirus, Galli: "Serve reale tracciamento nazionale varianti"

La linea anti Covid del governo Draghi è “pienamente condivisibile”, "il punto è riuscire a metterla in atto e adeguare rapidamente alcune cose che ancora non lo sono. A cominciare dalla possibilità di avere un reale tracciamento a livello nazionale della presenza delle diverse varianti". Lo ha detto ai microfoni di “Agorà” su Raitre l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli.    

“Occorre avere anche in questo Paese – ha aggiunto Galli - una rapida ed effettiva rilevazione di determinate realtà epidemiologiche, se no siamo nei guai. Non si tratta di lanciare allarmi, è una constatazione di fatto: è abbastanza buffo che i dati che vengono prodotti nei laboratori universitari vengano ripresi con grande lentezza dai sistemi di sorveglianza che ancora mancano e dai laboratori ospedalieri che ancora non stanno al passo. Ed ora più che mai abbiamo bisogno di stare al passo”.

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