Coronavirus
Green pass falsi su Telegram, clienti prima truffati e poi ricattati

Green Pass falsi Telegram, clienti pagano centinaia di euro per certificati non funzionanti e quando protestano vengono ricattati per altri centinaia di euro
Scala la classifica dei trending topics di Twitter l'hashtag #telegram ma non è un dibattito sulle qualità dell'app di messaggistica bensì un tiro al bersaglio su coloro che avrebbero comprato, proprio via Telegram (dove sarebbero circolate anche liste e mappe di locali 'certificati' al contrario nel senso che non richiedono i certificati) dei green pass fasulli.
Secondo quanto si legge in alcuni messaggi, gli incauti acquirenti avrebbero non solo speso fino a 900 euro per un lasciapassare 'taroccato' ma avrebbero fornito ai truffatori anche dati sensibili contenuti nei documenti di identità -veri- inviati per avere l'agognato, quanto contraffatto, attestato.
Il problema è sorto quando gli acquirenti, non vedendosi recapitare gli agognati green pass (comunque falsi, quindi non utilizzabili) hanno deciso di minacciare di denuncia i fornitori. Questi, però, sono passati al contrattacco: avendo a disposizioni le fotocopie dei documenti dei "clienti", li hanno minacciati di diffonderli e recapitarli alle forze dell'ordine se questi non avessero pagato ulteriori soldi (sempre centinaia di euro).
Entrambe le parti, infatti, sono nell'illegalità sia vendendo che comprando green pass falsi, ma i venditori possono trincerarsi dietro l'anonimato garantito da Telegram, mentre i compratori hanno volontariamente fornito i propri dati sensibili ai ricattatori.
Ricordiamo, invece, che farsi il vaccino aderendo alla campagna sanitaria nazionale e ricevendo il vero green pass è completamente gratuito.