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Coronavirus
L’ex primario Giovanardi: “Libertà di scelta. Preferisco curarmi a vaccinarmi”

E come spiega che per i sanitari c’è l’obbligo di vaccinarsi ma non ce l'obbligo di visitare i pazienti a casa, per capire cos’abbiano?

Siamo nella totale illogicità. I colleghi che dicono “io mi attengo alle regole, non vado a visitare nessuno perché potrei correre un rischio, do la tachipirina e dico telefonatemi, sono perfettamente a posto, in regola”. Io invece, in queste condizioni, dovrei essere sospeso dalla professione e non potrei più andare a visitare i pazienti col Covid, a domicilio. Se nota il rischio è il mio, non dei pazienti. Ma le sembra logico tutto questo?

Lei come lo spiega?

C'è stato di fatto una proibizione. Lo dico per la centomillesima volta: quando tra novembre e gennaio del 2019, in Lombardia in particolare, si erano accorti di un gran numero di polmoniti atipiche e le avevano segnalate i medici allora le hanno curate, come hanno sempre fatto, principalmente con antinfiammatori, azitromicina, antibiotico e così via. Ma quando c'è stato il primo caso a Codogno su suggerimento della Cina, l’ISS ha emesso subito un comunicato dicendo che chi aveva il Covid, almeno i primi casi, non poteva essere visitato. Doveva essere isolato perché c'era un pericolo di infettività talmente alto che non si poteva. Il problema è che queste persone sono rimaste abbandonate a sé stessi.

Un problema non da poco...

Molti sono arrivati tardi in ospedale. E purtroppo sono stati intubati e si è sbagliata terapia perché non si era ancora scoperto che la questione riguardava i trombi, mentre in tv gli esperti dicevano, mi ricordo benissimo, che quella dei trombi era una fake news. Tanto per capire il livello della discussione scientifica in corso. Se domani dicessero all'infartuato che non c'è più l'angioplastica e si fa come una volta che quando avevi un infarto ti mettevano a letto, fermo, e ti davano l'aspirina, non facevano l'angioplastica, si avrebbe un numero sterminato di morti. Qualsiasi malattia che curassimo come facevamo 100 anni fa provocherebbe danni. Ma vista la situazione e la valanga di contraddizione, di gente che dice una cosa e poi si scopre che è vero il contrario, non sarebbe meglio interrogarsi?

Giorni fa lei c’ha ha tenuto a precisare che al contrario di altri colleghi non si fa pagare gli interventi e non riceve finanziamenti dalle case farmaceutiche. Perché questa precisazione dottore?

Lo so per esperienza diretta ma leggo anche che diversi Ordini italiani ricevono finanziamenti annuali dalle case farmaceutiche, tantissimi istituti universitari ospedalieri hanno finanziamenti per la ricerca. Anche adesso i medici di famiglia non è che vanno gratis a fare le vaccinazioni, hanno “un tot” per ogni vaccinazione, c'è sempre dietro anche un elemento economico e delle volte non da poco con conflitti di interesse enormi. Allora mi sono sentito di dire: “Attenzione io faccio quello che faccio ma non perché qualcuno mi paghi, io non ho nessun conflitto di interessi e se vado a fare il volontariato lo faccio gratis”. Mentre se fai una comparsata e prendi 5000 euro al colpo ma fossero anche 1000 euro non è volontariato, è una cosa un po' diversa

Come si esce da questa situazione?

Si sa dal primo anno di medicina e lo dicono e ripetono tantissimi esperti che non si vaccina mai durante un'epidemia influenzale, durante una virosi. Per trent'anni è stato così. Ed è stato dimostrato che se lo fai durante un'epidemia si formano delle varianti. Questo fino a ieri era un dogma ma sarebbe valido anche adesso. Bisogna farsi la domanda: è vero quello che dice questa parte del mondo scientifico o no? Forse di questo passo l'immunità di gregge non la raggiungeremo mai. Si potrebbe raggiungere su un'isola ma non in un Paese come l'Italia che è aperto. Poteva esserci in una società non globalizzata ma non oggi. Quindi appare come un'ipotesi campata in aria. Vedendo anche cosa sta accadendo in Israele, in Gran Bretagna e così via

E che si fa?

Perché non equilibriamo la situazione? Se devo fare un vaccino sperimentale perché non si possono adottare dei farmaci sperimentali che abbiamo visto funzionare e si usano da trent’anni come la clorochina, l’azitromicina, l’eparina. Con questo cocktail di farmaci avrei una copertura molto simile a quella del vaccino ma con meno rischi. Perché imporre per legge un vaccino sperimentale? Il governo però si oppone al Consiglio di Stato sull'uso degli altri farmaci perché sperimentali. Ma che senso ha? O sono validi entrambi i principi o nessuno dei due. Si resta perplessi ad ascoltare queste cose. Poi i miei colleghi dicono che si vaccinano per non infettare gli altri, ma se poi questo principio non vale che senso ha vaccinarsi per gli altri?

Ognuno deve essere libero?

Si ciascuno è libero di vaccinarsi ma deve sapere che lo fa per sé stesso e non per gli altri. Io con 40 anni di esperienza medica preferisco curarmi con farmaci che ritengo efficaci anche se sperimentali, scegliendo fra antinfiammatori, clorochina, cortisone, eparina, aziotricina, anticorpi monoclonali piuttosto che con farmaci-vaccini altrettanto sperimentali.

 

 

 

 


 



 

 

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