“Non dobbiamo spaventare la popolazione con informazioni senza coerenza. E ha poco senso accanirsi su un vaccino: i dati relativi ad Astra Zeneca e agli effetti collaterali sono molto simili a quelli di Pfizer e Moderna”.
Parla molto chiaro Annamaria Colao, una delle prime dieci scienziate italiane, Presidente della Società Italiana di Endocrinologia e titolare della cattedra Unesco per l’educazione alla Salute e sviluppo Sostenibile presso l’Università Federico II di Napoli: “non va bene criminalizzare un vaccino rispetto agli altri per gli effetti collaterali ancorché gravi. Piuttosto, bisognava essere trasparenti e chiari nei confronti dei cittadini; informarli che esistono sempre effetti collaterali. Spiegare quali sono le categorie di cittadini esposti a maggior rischio di presentare effetti collaterali e mettere a disposizione della comunità un efficace sistema di monitoraggio e sorveglianza che permetta di intervenire tempestivamente su eventi avversi.
C’è molta tolleranza individuale e il sistema immunitario di ogni individuo agisce in maniera diversa.
Però va anche detto che in Paesi come la Gran Bretagna, che ha sottoposto a vaccino 25 milioni di cittadini con singola dose (sia Pfeizer che Astrazeneca) i ricoveri ospedalieri si sono ridotti del 30% ogni giorno nell’ultimo periodo. Non dimentichiamo che il protocollo dei vaccini è stato ritenuto emergenziale dalla stessa OMS. Ci è stata fornita un’arma efficace, ma questo non significa che gli studi registrativi – anch’essi sviluppati con protocolli e tempi “emergenziali” – possano aver contemplato tutti gli scenari possibili e le migliori strategie cliniche con cui va applicata quest’arma”.
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