A Casa Marrazzo, nell'Agro-Nocerino-Sarnese, nasce la Scuola del Pomodoro

Passata o Pelato? Corbarino o Datterino? Nascerà presso Casa Marrazzo a Pagani la Scuola del Pomodoro. Il tempio dove sarà possibile studiare la struttura di quello che è definito l’imperatore dell’orto, un’iniziativa di formazione che si avvarrà della collaborazione di chef stellati e maestri pizzaioli, nonché degustatori, agronomi ed esperti del settore. Una scuola dove si studierà il Dna del frutto, dall’acidità allo spessore della buccia, dalla consistenza della polpa alla resa, fino al livello degli zuccheri e degli antiossidanti e al suo utilizzo per i diversi consumi. Attraverso incontri in aula e dimostrazioni pratiche, la Scuola del Pomodoro fornirà informazioni precise sulle caratteristiche organolettiche del prodotto, sulle tecniche di cottura, sugli abbinamenti giusti.  L’idea parte da Teresa e Gerardo Marrazzo, titolari di Casa Marrazzo, imprenditori di terza generazione che custodisce i valori autentici della conservazione artigianale delle specialità del territorio, in primis del pomodoro San Marzano Dop. Oggi l’azienda è condotta dai fratelli Teresa e Gerardo (amministratore delegato) che continuano il progetto del padre Carmine, iniziato negli anni ‘70 e ancora prima del nonno Pasquale, agricoltore e trasformatore agricolo nei primi anni del ‘900. Definiti come gli artigiani del buono, i Marrazzo producono, selezionano e trasformano i frutti migliori della loro terra per farne conserve sane e naturali. “Tutto parte dagli inizi del ‘900, quando nostro nonno Pasquale avviò una piccola azienda agricola qui a Pagani che -racconta Teresa, sales manager della Casa- nostro padre Carmine trasformò negli anni ’70 in azienda conserviera. Negli anni Duemila il trasferimento dal vecchio opificio del centro di Pagani in uno più grande e più periferico con la nascita di Casa Marrazzo, simbolo di un luogo, di una famiglia e di un progetto appassionato che continua da anni”. Oggi le linee Raffinati, Tradizionali e Bio di Casa Marrazzo arrivano in tutto il mondo, in primis in Russia dove il mercato apprezza il Made in Italy, e negli Usa dove l’azienda vi arriva conto terzi. Solo il 40% della produzione è destinato al mercato tricolore.