Achille Lauro sulla cover di Vanity Fair: "Vi spiego perché faccio la donna" - Affaritaliani.it

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Achille Lauro sulla cover di Vanity Fair: "Vi spiego perché faccio la donna"

Achille Lauro come un'icona religiosa sulla nuova copertina Vanity Fair: "Voglio vivere fuori dagli schemi"

Il cantante conclude la sua lettera con una riflessione sul perché si scateni un putiferio ogni volta che assume sembianze femminili: «La mia risposta è semplice: perché la donna è l’estremo simbolo di libertà». Per la prima volta, la cover di Vanity Fair è animata: inquadrando il QR code si viene trasportati nell’esibizione che Achille Lauro ha creato in esclusiva per i lettori del giornale. È idealmente la sua sesta performance sanremese, che si aggiunge ai cinque quadri che l’artista propone durante le cinque serate del Festival di Sanremo.

COVER VANITY FAIR ACHILLE LAURO
 

E per la prima volta, Vanity Fair ha anche una colonna sonora, grazie alla collaborazione con Spotify, la prima del servizio di streaming con un giornale. A corredo delle interviste ai cantanti in gara a Sanremo, il lettore potrà trovare un codice Spotify da inquadrare, con il proprio smartphone, per ascoltare una playlist con le canzoni suggerite dai Big.

Il numero, infatti, contiene interviste ai cantanti in gara al Festival di quest’anno. C’è Aiello, con Ora, una canzone carica di eros, perché «è un pensiero cruciale nella vita di ognuno». Arisa, a Sanremo con Potevi fare di più, racconta la sua esperienza con le relazioni tossiche («non sono stata vittima, ho avuto anche io la mia parte di responsabilità») e il percorso di accettazione del suo corpo, ostacolato dall’ambiente maschile della discografia: «Purtroppo spesso gli uomini giudicano le donne come cose che vanno bene o no, è come se fossimo il latte, con una data di scadenza».

Nell’intervista con il critico e curatore d’arte Francesco Bonami, editorialista di Vanity Fair, Bugo riflette sul ritorno al Festival un anno dopo la squalifica e la lite con Morgan: «La mia musica o il mio personaggio fino a quel momento erano stati lontani dal grande pubblico, ma con quel gesto che io ho vissuto molto spontaneamente sono piombato di colpo in mezzo alla gente». Colapesce e Dimartino, tra i favoriti per il premio della critica, spiegano che la loro Musica leggerissima è la canzone della vita, un brano che parla di depressione e di salvezza. Willie Peyote, al suo debutto sanremese con Mai dire mai (la locura), punta il dito contro il mondo della cultura in cui conta «solo l’intrattenimento», spiegando che «il verso con cui inizia il testo è emblematico: cosa c’è di più calzante di un Sanremo con dentro “le musichette mentre fuori c’è la morte?”».