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Costume
Asma: un italiano su 2 non conosce l’asma e pensa che dall'asma si guarisca

Asma, più di un italiano su due non conosce bene questa patologia

 

Bocciati, o al massimo rimandati a settembre. Se l'asma fosse una materia scolastica e gli italiani venissero chiamati alla cattedra per un'interrogazione, circa la metà si autodenuncerebbe come impreparato e molti non rimedierebbero voti di cui andar fieri. I primi della classe si contano sulla punta delle dita, mentre la schiera di chi cade nelle trappole dei falsi miti è affollatissima: per uno su 2 (49%) si può guarire definitivamente da questa malattia e 4 su 10 (41%) non hanno dubbi che i rimedi naturali siano la via giusta per curarla, tanto per fare qualche esempio. E' la fotografia scattata da un'indagine demoscopica condotta su mille persone (popolazione generale, asmatici e caregiver) dall'Istituto Doxa, presentata oggi a Milano durante un incontro promosso da Gsk. La ricerca restituisce prima di tutto "l'alto impatto sociale" della 'sindrome del fiato corto', spiegano gli autori, confermando quanto già viene indicato dai dati epidemiologici: di asma soffre più o meno il 6% della popolazione - circa 3 milioni di italiani - ma dal lavoro Doxa emerge un quadro più globale, in cui 6 connazionali su 10 hanno un vissuto diretto o indiretto con la malattia, perché ai pazienti si aggiunge un 7% di persone con un familiare malato e un 44% che ne ha almeno uno nella cerchia di conoscenti. Nonostante questo, il 54% degli intervistati ammette di saperne poco o addirittura nulla.

 

Asma, gli italiani non conoscono l’asma


I più informati si fermano al 9%. E quando si va a fondo salgono a galla le false credenze. Alcuni degli 'interrogati' inciampano su più di una. Così viene fuori ad esempio che per il 46% l'asma - che nella realtà è caratterizzata dall'infiammazione cronica delle vie aeree - è una patologia stagionale. A poco serve che il 76% degli intervistati sia consapevole della gravità dei disturbi di cui soffrono gli asmatici e che l'84% sappia che durante le fasi acute si può rischiare la vita, perché il concetto di cronicità non passa: solo il 43% dice che i farmaci devono essere presi tutti i giorni, per gli altri la cura è al bisogno. Lo testimonia anche il vissuto dei pazienti. "Ma il problema assume ancora più rilevanza se guardiamo ai dati di una nostra precedente rilevazione analoga - sottolinea Massimo Sumberesi, direttore generale Doxa Marketing Advice - In 5 anni che sono passati da allora, nulla è cambiato: più della metà sapeva poco o nulla di asma, esattamente come oggi. E congelata è rimasta anche la consapevolezza dei pazienti. Anzi, sul ricorso regolare e continuativo della terapia inalatoria il dato è anche leggermente peggiorati".

 

Asma, uno su due pensa che di asma si possa guarire
 


Il prezzo che si paga all'asma non è da poco: il 28% ha dovuto fare delle rinunce, allo sport o anche a correre. Dall'indagine emerge che su un 71% di asmatici che si cura con terapia inalatoria, appena il 28% lo fa tutti i giorni, il 43% solo al bisogno (il 30% per risolvere una situazione acuta e il 13% proprio in caso di emergenza). Mancanza di cure che per 1 paziente su 5, nell'ultimo anno, ha significato una crisi acuta, mentre il 37% ha dovuto fare ricorso alla medicina d'urgenza. I pazienti spiegano anche il perché della bassa aderenza alle cure. Per 4 su 10 la terapia è impegnativa, 2 su 3 non sono pienamente soddisfatti di quanto gli è stato prescritto. Ma sull'erogatore sfatano il mito dell'imbarazzo a usarlo in pubblico, avvertito da pochissimi. Il device è un po' una 'coperta di Linus', il 68% se lo porta sempre in tasca. Un sogno comune è avere una gestione più semplificata della malattia. Per esempio, emerge dall'indagine, attraverso terapie 'once daily' che piacciono al 78% dei pazienti, anche se c'è un 15% che non considera la somministrazione singola una soluzione preferibile. "Gli asmatici spesso non considerano la malattia così pericolosa da fare un adeguato trattamento continuativo, c'è sempre la convinzione che sia episodica - spiega Pierluigi Paggiaro, ordinario di malattie dell'apparato respiratorio all'università di Pisa - Convincerli a seguire correttamente le cure non è facile e bisogna studiare anche delle strategie alternative, usando tecniche di somministrazione più facili e più facilmente accettate come la somministrazione una volta al giorno, mirando alla lunga durata dell'effetto con possibilità di non risentire immediatamente di un'eventuale sospensione di una dose. Tutto questo aiuta a mantenere quel sufficiente livello di aderenza". Un esempio in questo senso, ricordano da Gsk, è "la combinazione a lunga durata d'azione fluticasone furoato/vilanterolo, terapia once daily con efficacia dimostrata nelle 24 ore, disponibile dal 2014. Una terapia della quale due ulteriori studi recenti hanno confermato i risultati".

 

Asma e allergie: pollini in aumento a causa dei cambiamenti climatici

 

Brutte notizie per gli allergici di primavera. I cambiamenti climatici hanno fatto aumentare del 46 per cento la quantita' di pollini presenti nell'aria. Non solo. In Italia circa un terzo dei bambini sotto i 14 anni soffre di allergie. In particolare il 10 per cento soffre di asma bronchiale che, nell'80 per cento dei casi e' associata e scatenata da allergie, il 18-20 per cento soffre di rinite allergica, circa il 10 per cento di dermatite atopica. Questi sono alcuni dei dati che verranno discussi in occasione del congresso della Societa' italiana di allergia e immunologia pediatrica (Siaip) che si e' aperto oggi a Firenze e che durera' fino a dopodomani. Secondo gli esperti, numerose evidenze dimostrano che il riscaldamento dell'atmosfera facilita pollinazioni piu' precoci e prolungate e di conseguenza il notevole incremento di alcune specie di piante allergeniche in aree geografiche in cui prima non esistevano. L'ambrosia, ad esempio, ha fatto la sua comparsa anche nel Nord Italia, le spore fungine hanno una sempre maggiore e piu' protratta presenza in atmosfera. "Il cambiamento climatico ha fatto allungare di circa 10 giorni la durata media della stagione di fioritura dei pollini", ha spiegato Salvatore Tripodi, direttore UOC Pediatria e Allergologia Pediatrica, Ospedale Sandro Pertini di Roma, e coordinatore della commissione Siaip. "Rispetto a 40 anni fa - aggiunge - l'inizio della pollinazione per molte specie polliniche come la betulla, le graminacee, la parietaria e' anticipata di circa un mese. Negli ultimi 15 anni il totale complessivo dei pollini presenti nell'aria e' risultato maggiore del 46 per cento rispetto agli anni '90". Non bisogna poi dimenticare gli effetti degli inquinanti ambientali, in particolare delle polveri sottili e ultrafini, che possono favorire un incremento dei sintomi a carico dell'apparato respiratorio sia di tipo acuto che cronico. "E' stato infatti documentato - ha proseguito Tripodi - che per ogni 50 ppb in piu' di ozono e ogni 5 mcg/m3 in piu' di polveri sottili da traffico urbano, i sintomi asmatici e il consumo di farmaci antiasmatici aumentano dal 10 per cento al 30 per cento. Inoltre livelli di ozono oltre 10 ppb e/o delle polveri sottili (PM 2.5) oltre 10 mcg/m3 portano ad un aumento, di circa il 20 per cento, degli individui con allergia respiratoria". 

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asma





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