Coldiretti, al via i voucher in agricoltura, ma nei campi usati solo il 2%
Rese note le procedure Inps dopo la riforma del Parlamento che ne ha semplificato l'utilizzo. Il Veneto è la regione che ha meglio sfruttato questa opportunità.
E’ al via la procedura Inps per l’utilizzo dei voucher in agricoltura, dopo l’approvazione della riforma da parte del Parlamento con la legge 96 del 2018 che ne ha semplificato l’utilizzo. Lo annuncia la Coldiretti nel precisare che sono operative le prime modifiche come l’allungamento della durata da tre a dieci giorni entro cui è possibile svolgere la prestazione occasionale. Si tratta di un aggiornamento atteso dalle imprese agricole con l’inizio della vendemmia. Un primo segnale di sburocratizzazione che va nel verso auspicato dal mondo agricolo. “Ora -sottolinea Coldiretti- ci auguriamo che anche le altre modifiche previste dalla legge diventino operative con la medesima tempestività all’interno della procedura Inps. Anche perché con i voucher- circa 50mila posti di lavoro occasionali possono essere recuperati con trasparenza nelle attività stagionali in campagna dove sono impiegati soltanto per le attività svolte da disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente”.
Con il ritorno dei voucher in agricoltura -sottolinea l’organismo- si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori e si assicura al settore uno strumento agile, flessibile che semplifica rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestività tipica di una attività condizionata dalla natura ma che offre anche una opportunità di integrare il reddito delle categorie più deboli”. I voucher ritornano a dieci anni della loro introduzione in Italia, avvenuta il 19 agosto 2008 con circolare Inps che per la prima volta autorizzava la raccolta dell’uva attraverso voucher con l’obiettivo di ridurre burocrazia, riconoscendo la specificità del lavoro agricolo. Nel corso degli anni successivi all’introduzione nel 2008 è stato allargata la possibilità di utilizzo alle altre attività di agricole, “ma -sottolinea Coldiretti- il settore è rimasto fedele all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati) a differenza degli altri comparti produttivi”.
Secondo Coldiretti, meno del 2% del totale dei voucher è stato impiegato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso. Non è un caso che il numero di voucher impiegati in agricoltura sia praticamente rimasto stabile dal 2011 senza gli abusi che si sono verificati in altri comparti. In agricoltura sono stati venduti negli ultimi cinque anni prima dell’abrogazione poco più di 2 milioni di voucher, più o meno gli stessi dei cinque anni precedenti, pari all’incirca a 350mila giornate/anno di lavoro. Il valore complessivo delle integrazioni di reddito accordate per le prestazioni a pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati ammonta, precisa Coldiretti, a circa 22 milioni di euro all’anno mentre la regione dove sono stati più impiegati è il Veneto con poco più di ¼ del totale.
L’agricoltura è comunque il settore che fa segnare il maggiore incremento di giovani al comando delle imprese, in netta controtendenza a quello che è avvenuto negli altri settori dell’economia. Nelle imprese agricole gli amministratori di impresa sotto i trent’anni sono aumentati di oltre 2.100 unità negli ultimi cinque anni apportando profonde innovazioni con attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta agli agriasilo, dall’agribenessere alle fattorie didattiche. Un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale, il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo.