Da Strauss-Kahn a Silvio, boom di ipersessuali (non solo tra i potenti)
Di Maria Carla Rota
@MariaCarlaRota
Oggi è il giorno di Dominique Strauss-Kahn, convocato dal tribunale di Lille per dare la sua versione dei fatti nell'ambito del processo che lo vede imputato per sfruttamento della prostituzione. Ieri è stato (di nuovo) il giorno di Silvio Berlusconi, al centro dell'attenzione per la pubblicazione delle motivazioni della terza Corte d'Appello di Milano nell'ambito del 'Ruby bis' che lo vede coinvolto. Al di là dell'esito dei processi, si tratta di due potenti entrambi finiti in guai giudiziari per colpa del sesso. O meglio, dell'ipersessualità. Questo è il termine utilizzato dagli esperti francesi per l'ex direttore del Fmi, accusato di "sfruttamento aggravato della prostituzione". Letteralmente è la "dipendenza da sesso" che oltralpe interessa più di 10mila francesi e anche in Italia è sempre più diffusa.
Affaritaliani.it ha chiesto un parere a Laura Testa, psicoterapeuta ed esperta in sessualità. "Si tratta di un disturbo del controllo degli impulsi. Chi ne è affetto ha una sofferenza sconosciuta, di cui non è consapevole e che in origine non è legata al sesso. E' un disagio interiore che si trasforma in dipendenza da un oggetto oppure da un comportamento, come avviene con la droga o con l'alcol. Il dipendente trova un benessere momentaneo nei rapporti sessuali. Ma, non essendo una strategia risolutiva, tende a ripetere il comportamento aumentando sempre più la frequenza".
I sintomi iniziano ad apparire in giovane età, a partire dai vent'anni, ma a quell'età è quasi un vanto avere tante relazioni. Ci si sente moderni Don Giovanni o Casanova. Due personaggi che, secondo Laura Testa, potrebbero essere studiati come esempi di ipersessualità. "I sintomi della dipendenza, col crescere dell'età, diventano sempre più invasivi a seconda del livello di disagio interiore e della strategia applicata per affrontarla. Come l'ansia, che col tempo si trasforma in attacchi di panico".
Rispetto alla dipendenza da droga e alcol, l'ipersessualità viene però percepita in modo diverso a livello personale e sociale: è più difficile da accettare e questo rende più problematico riconoscerla e affrontarla. "Così spesso si arriva a un livello di dipendenza tale per cui non si riesce più a farne a meno". Anche quando si è uomini potenti e si rischiano carriera, famiglia e immagine. "Per i sex addicted è proprio impossibile sottrarsi alla dipendenza, costi quel che costi, anche se si mettono in pericolo parti importanti della propria vita".
Michael Douglas è il più famoso caso di sex addiction dichiarata: lui stesso ha ammesso di essere stato in cura in una clinica specializzata, come ce ne sono negli Stati Uniti. "In Italia, invece, questa problematica non è ancora presa così tanto in considerazione, anche perché si fa molta fatica a parlare di sesso. Ancora più difficile è avere accettabilità sociale nei confronti della sex addiction. Per questo chi la ammette, di solito, lo fa perchè è costretto ad andare in terapia dal coniuge, esasperato dai continui tradimenti, o da altri fatti che lo pongono inevitabilmente di fronte alla realtà".
Sessualità asservita al potere? "Spesso sono due termini che vengono accostati, ma distinguerei il caso della dipendenza sessuale. Qui non c'è una strategia messa in campo lucidamente per ottenere qualcosa e non c'è nemmeno un delirio di onnipotenza che spinge all'asservimento dell'altro. Nei casi di sex addiction c'è un proprio un obbligo, un meccanismo al quale non si riesce ad opporsi".
L'ipersessualità è legata alla violenza? "Tendenzialmente no. Le persone con questo tipo di dipendenza non si 'impuntano' su persone specifiche, ma tendono a privilegiare la quantità. Per loro non conta molto chi risponde, quindi fanno in fretta a cambiare obiettivo nel caso di un rifiuto a una proposta di rapporti sessuali".
