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Ecco come il borgo di Brienza rilancia il turismo di qualità

Tra i borghi più belli d’Italia, contrassegnato da palazzi contrassegnati da eleganti fregi e portali, tra i pochi paesi non solo della Basilicata ma di tutto il Mezzogiorno che conserva la sua struttura architettonica di città fortificata medioevale, Brienza si apre al turismo di qualità puntando a creare un parco museale. Un progetto ambizioso che parte dal restauro delle vecchie abitazioni abbandonate dagli anni ’30 e ’80 e dalle viuzze che portano al castello angioino di 365 stanze, una per ogni giorno dell’anno, fino agli scavi archeologici. “E’ un progetto da 5 milioni di euro resi disponibili dal Mibact”, spiega in anteprima ad affaritaliani.it il sindaco Donato Di Stefano. “E’ un primo step di un progetto più ampio che ci consente di entrare nel ciclo della programmazione europea attraverso l’utilizzo delle risorse del Pon Cultura per gli attrattori minori e di rompere la logica del borgo per creare il Parco monumentale di Brienza Antica. Il decreto di assegnazione dei fondi è stato firmato dalla Corte dei Conti il 12 aprile scorso, dopo venticinque anni esatti dalla firma del provvedimento governativo che dichiara Brienza sito di grande interesse paesaggistico e culturale avendo dato i natali a Mario Pagano, uno dei maggiori esponenti dell’Illuminismo italiano e precursore del positivismo”. Il borgo ha conservato integra l’architettura del centro abitato rappresentando “un’impianto che ha come polo il castello al quale confluiscono le strade degli Archi dando origine ad un insediamento disposto a corona sul colle e, pertanto di grande interesse culturale”, dichiara Antonella Collazzo (Infopoint). “La creazione del Polo monumentale rappresenta una grande opportunità in quanto consentirà di fare rete e sistema con le altre località d’interesse ambientale e culturale e di aprire nuovi scenari turistici che porteranno reddito consentendo di recuperare i ritardi del passato, così come previsto nel Piano strategico dell’Apt Basilicata”, sottolinea Rocchina Adobbato, imprenditrice locale (“La voce del fiume”) impegnata nel settore turistico-ricettivo. “Brienza ha tutte le carte in regola per aprirsi al turismo in quanto è un comune dove le stagioni dell’anno sono contrassegnate dai colori del cielo, dagli odori delle strade e dal sapore del cibo; un territorio che si estende tra due torrenti, da percorrere ai ritmi lenti di una volta. Uno stimolo per chi ama la natura, per chi si emoziona nel vedere i resti monumentali di antiche civiltà, per chi ama prendersi una pausa rilassante sedendosi a tavola e assaggiando le innumerevoli specialità locali. Gli amanti del brivido invece possono spingersi fino ai due ponti tibetani sospesi nel vuoto di cui il più grande è il Ponte alla Luna, inaugurato due settimane fa a Sasso Castalda, ad appena quattro chilometri da Brienza. Si tratta del ponte tibetano più suggestivo d’Italia, con una campata di ben trecento metri sospesa nel vuoto a 120 metri di altezza che consente di attraversare dall’alto il Fosso Arenazzo e raggiungere il rudere del castello che domina dall’alto il paese”, aggiunge Adobbato. Il modo migliore per scoprire Brienza è quello di soggiornare in una delle numerose strutture piccole ed invitanti bed&breakfast, aziende agrituristiche distribuite su tutto il territorio che garantiscono la genuinità del cibo, prodotti fatti in casa, come la dimora storica “La voce del fiume” e, soprattutto, un’ospitalità tutta lucana, familiare e disponibile, che fa sentire chi è di passaggio come fosse a casa.

Eduardo Cagnazzi 

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