In piazza contro le pellicce. La Peta invade Olso. FOTO
L'evento, organizzato da NOAH a cadenza annuale è stato tenuto per 12 anni e richiede la fine dell'industria della pelliccia
Sabato i sostenitori di PETA si sono uniti a migliaia di protestanti scesi in strada ad Oslo per la più gande Marcia Europea sulle pellicce, brandendo cartelli a forma di volpe su cui si leggeva "La pelliccia è omicidio". L'evento, organizzato da NOAH a cadenza annuale è stato tenuto per 12 anni e richiede la fine dell'industria della pelliccia, in cui gli animali sono rinchiusi in gabbie, folgorati, picchiati, e scuoiati vivi.
"L'industria della pelliccia condanna innumerevoli animali a sofferenze inimmaginabili e ad una morte atroce, spellandoli vivi, sottoponendoli a folgorazione elettrica o a calpestamento" racconta Mimi Bekhechi, il direttore dei programmi internazionali di PETA. "Non vi è assolutamente alcun tipo di giustificazione nell'indossare i resti pelosi di animali torturati, e la PETA supporta la più grande marcia Europea nella sua richiesta di abolizione dell'industria."
La PETA – il cui motto è in parte "gli animali non ci appartengono per essere indossati" – ha documentato che visoni, volpi e altri animali allevati per la loro pelliccia sono rinchiusi tutta la loro vita in gabbie di metallo sovraffollate e sudicie e vengono poi uccisi tramite fulminazione, gas o avvelenamento. Numerose inchieste in allevamenti di animali da pelliccia in tanti Paesi inclusa la Norvegia, hanno smascherato prove di estrema sofferenza animale – inclusi arti mancanti, ferite infettate non curate e profondo stress psicologico. Testimoni visivi hanno anche visto cuccioli tenuti in gabbie con i corpi in decomposizione delle loro madri.
In Cina – l'esportatore mondiale di pelliccia – milioni di cani e gatti vengono picchiati, appesi e spesso spellati vivi per la loro pelliccia, la cui etichetta viene spesso manipolata per camuffarne le origini. Animali selvatici catturati in trappole tentano di staccarsi gli arti morsicando se li per scappare e – se non muoiono per dissanguamento, infezioni o cancrene – vengono strangolati, picchiati o calpestati a morte.