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Insem, ecco come nasce la fabbrica digitale che vince percorrendo i tempi

Ha iniziato a lavorare nel digital marketing quando il concetto era sconosciuto ai più alla fine dell’anno 2000 accogliendone le novità e le opportunità che vengono dai cambiamenti. Da allora ne ha fatta di strada, costruendo una digital agency, quasi tutta al femminile, che oggi ha tre sedi in Italia. Si chiama Insem, ha gli uffici in stile Google e fattura 6 milioni di euro l’anno: “Se dai valore intorno a te, ottieni valore. Se pensi al benessere dei dipendenti, partendo dall’offerta di spazi gradevoli dove lavorare, allora sarai ricambiato nei risultati”, spiega Carmine Pappagallo (al centro con la sua squadra al femminile), classe 1974, imprenditore seriale con passione degli scacchi. Negli anni, la sua Insem si è trasformata in una fabbrica di prodotti digitali: i dipendenti hanno un’idea, gliela sottopongono e, se valida, lui le trasforma in aziende. Sono già tanti i progetti nati così nella sua fabbrica digitale. Tra questi Laila, un chatbot innovativo che ha raccolto più di mezzo milione di finanziamenti, tra Invitalia e campagne di crowdfunding.

Gli inizi senza neanche una scrivania                                                                                                                              La storia di Carmine Pappagallo somiglia a quella di tanti piccoli imprenditori italiani che, partiti da zero, con molta determinazione e pragmatismo, sono riusciti a costruire aziende milionarie. Il gene dell’impresa è innato in lui. Suo padre faceva l’assicuratore, un’onorata carriera di 30 anni in Generali. Ma lui vuole fare altro: “Ho scelto di fare impresa perché era la mia strada. Era troppa la voglia di provare a costruire qualcosa che mi appartenesse totalmente”. C’è un settore che vuole cavalcare, si chiama digital marketing ed è ancora agli albori. Insieme ad alcuni soci, crea una prima azienda per sviluppare prodotti digitali. Lui non ha neanche la scrivania, è sempre in giro per cercare nuovi clienti. Nasce così nel 2010 Insem. La fonda con suo fratello Tommaso con un prestito di 100mila euro delle banche. In nove mesi raggiunge il milione di fatturato con 14 dipendenti. Nel 2018 ha toccato quota 6 milioni. Le sedi si sono moltiplicate: la nuova sede di Marcianise, quella storica sull’area campana, Milano dal 2012 recentemente rinnovata e poi Roma. Uffici spaziosi, con aree relax e da gioco per favorire la creatività e lo spirito di  squadra. In Insem, l’80% del personale è femminile.  ”Le donne sono più determinate e pronte a raggiungere obiettivi di squadra. Ce ne sono molte che hanno iniziato con la segreteria con me, fino a diventare manager di dipartimenti”.

Il potere dei cambiamenti                                                                                                                                   Carmine ci racconta uno degli errori da evitare per chi fa impresa: restare troppo fedeli a se stessi. Negli anni sia il brand Insem, che lui sono cambiati per adattarsi alle nuove condizioni del mercato. Con “digital factory” ci siamo trasformati in una fabbrica digitale che cuce nuovi prodotti su misura per i suoi clienti. Così facciamo capire ai nostri clienti, il posto primario che occupano nella mission aziendale”.

Le startup sono un altro suo amore. Business angel ha fatto consulenza e investito in tanti progetti digitali. Come Young, piattaforma innovativa che unisce informazione ed ecommerce, che ha acquistato e portato in Insem. Ma sono tanti i business innovativi di cui si è occupato, molti nati nella fabbrica digitale di Insem: “Sono tanti i progetti da citare, da IEM, una piattaforma che aiuta l’analisi dei dati sui siti ecommerce, fino al chatbot innovativo Laila, a Elteide, una società che aiuta le startup che cercano soldi con la finanza agevolata. Fino all’ultima nata, Keelt Group, che investe in modo innovativo nel business del luxury”.

 

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