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Costume
Riapre la Funivia del Faito

Di Eduardo Cagnazzi

Riapre la funivia del Faito per rilanciare in chiave turistica il territorio. Terminati i lavori di consolidamento dei piloni e di adeguamento alle normative antisismiche delle stazioni a monte e a valle, riprende a funzionare la storica funivia che dal 1952 collega Castellammare di Stabia con il Faito a poco più di 1.130 metri di altezza. Una buona notizia per gli operatori turistici, penalizzati sia per la ritardata riapertura della struttura, causata da una variante al progetto che ha allungato i tempi di esecuzione delle opere, sia per il fuoco che ha devastato nei giorni scorsi la parete del monte che si affaccia sull'antico casale di Moiano di Vico Equense. La riapertura dell'impianto funiviario è frutto di uno sforzo eccezionale dell'Ente Autonomo Volturno, storica azienda che dal settore dell'energia idroelettrica ha negli anni allargato le propria attività alla progettazione e gestione di sistemi di trasporto pubblico, e della Regione Campania. L'ente regionale punta proprio sull'impianto a fune per rilanciare il turismo naturalista, sportivo e religioso in un territorio, sospeso tra cielo e mare, che è parte del Parco dei Monti Lattari. "E' finalmente un segnale di speranza per residenti, per il turismo e per le attività commerciali e ludiche che adesso possono guardare con maggiore fiducia al futuro", afferma ad Affaritaliani il sindaco di Vico Equense, Andrea Buonocore. Formato prevalentemente da rocce di tipo calcareo, il Faito deve il suo nome alle faggete di oltre quattrocento anni che crescono rigogliose sulle sue pendici e ad altri tipi di alberi come lecci, castagni e piante come l'orchidea ad un bulbo e la Pteride di Creta, una specie rara in Italia. Il monte è inoltre ricco di sorgenti, tra cui la Lontra. Meta di vacanze, è inoltre luogo di eventi sportivi e visite al santuario di San Michele. Secondo la tradizione, sul monte si raccolsero in preghiera i santi Catello e Antonino, a cui apparve l'arcangelo Michele. Nei secoli scorsi, la montagna fu sfruttata per la produzione di legno: fu proprio grazie a questa importante risorsa che nel 1783 il re Ferdinando I delle due Sicilie poté costruire a Castellammare di Stabia il cantiere navale, il quale si riforniva di legname provenienti proprio dai boschi della montagna, per la costruzione delle navi. Altra importante funzione che aveva la montagna riguardava la produzione di ghiaccio: durante la stagione invernale infatti, ampi fossati venivano riempiti con strati di neve, paglia e foglie che con il passare del tempo diveniva ghiaccio da utilizzare soprattutto durante la stagione estiva per la conservazione dei cibi. L'importanza del Faito, soprattutto come località turistica, accrebbe notevolmente verso gli anni '50dalla seconda metà del XX secolo, quando furono costruiti alberghi e villette residenziali, oltre ad un centro sportivo con piscina. Nel 1950 venne ultimata la costruzione del santuario, mentre due anni più tardi il monte fu collegato a Castellammare di Stabia dalla funivia, che copre l'intero percorso in otto minuti. Il Faito è una delle mete più ambite dai campani e dai vacanzieri, il posto ideale per chiunque voglia passeggiare respirando profumi di lecci e castagni, attraverso il fascino dei boschi che evoca la sensazione di essere a pochi metri dal cielo ma con un affaccio sul mare e soprattutto sul golfo di Napoli. Emblema della catena montuosa dei Monti Lattari, il suo territorio è diviso tra i comuni di Castellammare di Stabia a quello di Vico Equense. E' infatti possibile accedervi da entrambi i versanti, percorrendo la salita del parco della reggia di Quisisana che, nascosta dalla folta vegetazione, nei suoi sinuosi tornanti regala scorci di panorami che a perdita d'occhio mostrano la cartolina dell'intero golfo. 
 

 

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