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Costume
Storie incredibili nei saloni di bellezza: 5 situazioni assurde ma vere
Lavorare a contatto con la clientela può essere davvero esilarante. Lo sa bene Uala, sito e applicazione leader in Italia dedicata al mondo beauty che, in occasione della festa più irriverente dell’anno, ha chiesto ai saloni presenti sulla piattaforma di raccontare il lato ironico del loro mestiere.  Tra situazioni imbarazzanti ed altre al limite dell’assurdo una cosa è certa: il mondo patinato della bellezza sa anche far sorridere. 
 
 

5 storie esilaranti accadute davvero nei saloni, tanto assurde che potrebbero sembrare … un pesce d’aprile! 

 
 
1. A Milano non si scherza, soprattutto sugli ombrelli
 
Un salone del capoluogo meneghino si è ritrovato in una situazione davvero assurda, una perfetta candid camera…peccato fosse tutto vero! “Un giorno un signore, dopo aver urlato in giro per il salone come un matto, ha chiamato i carabinieri perché una signora aveva erroneamente scambiato gli ombrelli e preso il suo. Ha aspettato due ore i carabinieri davanti alla porta e poi se n’è andato. Quando il pomeriggio la signora, molto gentilmente, ha riportato l’ombrello, scusandosi, lui non l’ha più voluto perché diceva che il manico era stato manomesso e quindi non si fidava!”.
 
2. A Pomezia la piega si fa…inquietante!
 
Ci sono molti tipi di clienti, ma pochi gestori possono vantarne una come quella che frequenta un salone a Pomezia: “Mi è capitato che una cliente abbia preso appuntamento per conto di una bambolina e si è presentata davvero con una bambola che abbiamo dovuto pettinare!” raccontano i proprietari del locale. Inquietante come una scena del film “La bambola assassina”, qui però i protagonisti pare siano sopravvissuti.
 
3. A Bologna il pesce d’aprile è tra colleghi
 
Se non sono i clienti ad offrire validi spunti di cui ridere, niente paura, ci pensano i colleghi. Un salone di Bologna, ad esempio, racconta di aver mandato una collega al teatro comunale facendole credere che avrebbe dovuto pettinare Monica Vitti. Congratulazioni comunque alla perseveranza della parrucchiera, che è rientrata in negozio solo dopo aver litigato con il personale del teatro che, giustamente, non sapeva nulla dell’ospite VIP. 
 
4. A Firenze la situazione si fa…annodata!
 
Perché recarsi dal parrucchiere coperti da un cappuccio in piena primavera? Lo racconta un salone di Firenze “Una giornata di primavera entra una ragazza con il cappuccio in testa, ci si avvicina a capo chino e sussurrando ci confida di avere un problema” Un colore sbagliato? Ben peggio! “Tutta intrecciata nella sua folta chioma mora aveva…una spazzola!”. Un’impresa ardua anche per i più esperti perché, specificano dal salone, la spazzola era annodata come un dread ai capelli. “Tanta pazienza, un taglio certosino vicino ai denti della spazzola e dopo circa un’ora di lavoro l’intervento chirurgico è perfettamente riuscito!” assicurano dal salone. 
 
5. A Roma le spazzole si portano da casa 
 
“Quanto costa” è una domanda consueta da sentire se si lavora in un esercizio commerciale. Capita però che qualche cliente maniaco del risparmio esageri un po’ con questa richiesta. Un salone della Capitale infatti racconta “Al telefono ci hanno chiesto: devo portare il mio shampoo? Anche le mie spazzole? E se porto tutto io, quanto pago?”
 
A proposito di Uala.it
 
Uala nasce da un’idea di Alessandro Bruzzi nel 2014, dopo aver sperimentato la frustrazione della sua ragazza che impiegava molto tempo nel prenotare gli appuntamenti dal parrucchiere o nei centri estetici. Uala è stata fondata nel 2015 insieme a Enzo Li Volti e Luca Mattivi. In quell’anno la startup ha ricevuto un finanziamento da 5 milioni di euro da parte di Immobiliare.it. Con più di 4.500 saloni a livello globale, Uala rappresenta il principale marketplace per la bellezza e la cura dei capelli in Italia, Spagna e Grecia
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