Costume
Tra Campania e Puglia è lite per la mozzarella dop
Ma i procedimenti sono diversi e quella pugliese è prodotta con latte intero crudo di vacca
Di Eduardo Cagnazzi
E’ battaglia a suon di carta bollata tra la regione Campania e la Puglia per la proposta di riconoscimento della denominazione di origine protetta alla Mozzarella di Gioia del Colle avanzata dai produttori pugliesi e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 28 agosto. La Regione Campania si oppone fortemente alla richiesta poiché ritiene che la denominazione proposta violi quanto stabilito in materia di normativa europea. “La denominazione in questione è, infatti, in parte omonima a quella della Dop “Mozzarella di Bufala Campana", nome già iscritto nel registro stabilito a norma dell'articolo 11 del Regolamento Ue 1151/2012”, spiega Franco Alfieri, consigliere del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, per l'Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca. “Porremo in essere tutte le azioni necessarie per tutelare la mozzarella di bufala campana Dop, prodotto di punta del nostro agroalimentare. Saremo al fianco dei produttori e dell'intera filiera per sostenere le loro legittime ragioni ed evitare cosi che i consumatori siano tratti in inganno da un prodotto che non ha nulla a che spartire con il nostro, rinomato ed apprezzato in tutto il mondo”, aggiunge Alfieri. “Infatti, la nuova denominazione proposta per il prodotto pugliese non consente di distinguere l'origine del latte utilizzato, quello bovino, che proviene dunque da una specie diversa da quella cui si deve la nostra Dop”, dichiara Alfieri. Le imprese e i lavoratori del comparto esprimono un'eccellenza per tutelare la quale l'amministrazione regionale si batterà nelle sedi opportune”, conclude Alfieri. Tutto sta, dunque, nella denominazione, oltre che nel fatto che la mozzarella gioiese è fatta da latte vaccino e quella campana con latte di bufala e con procedimenti di produzione diversi. Il nome individuato dall’associazione dei produttori di Gioia del Colle fu infatti quello di “Treccia della Murgia” per forma appunto a treccia della golosa produzione, ma il ministero delle politiche Agricole consigliò invece il nome di Mozzarella di Gioia del Colle. Da qui il fraintendimento in cui può incorrere il consumatore che chiede di acquistare la “mozzarella”. Sì ma quale?
La Mozzarella Dop Campana è fatta con latte di bufala, quella di Gioia del Colle da latte intero crudo di vacca, caratterizzata da una tecnologia di produzione basata sull’impiego di siero-innesto autoctono. Secondo il disciplinare inviato al ministero, la mozzarella pugliese ha un sapore di latte delicatamente acidulo con retrogusto fermentato, più intenso nel formaggio appena prodotto. E si presenta, come quella campana di bufala, in tre diverse forme: quella sferoidale, nodo e a treccia. La zona di produzione spazia in un’area che comprende sedici comuni baresi (tra cui Alberobello, Gravina, Altamura, Monopoli, Putignano, Conversano, Locorotondo e Castellana Grotte) e sei della provincia di Taranto, tra cui Martinafranca, Massafra e Mottola.
Nel frattempo, il Consorzio e Aicig, Associazione italiana consorzi indicazione geografica, avviano un programma sinergico per legare le eccellenze enogastronomiche al patrimonio storico-artistico. Un appuntamento che nasce anche in previsione del 2018, proclamato “Anno del cibo” proprio dai ministeri delle Politiche agricole e dei Beni culturali, un modello che potrebbe essere sviluppato anche per altre eccellenze del Made in Italy. Prima tappa alla Reggia di Caserta con Domenico Raimondo, presidente del Consorzio Mozzarella di Bufala campana Dop, Angelo Amato, presidente del Consorzio di tutela del Limone Costa di Amalfi Igp, Nicola Cesare Baldrighi, numero uno del Consorzio di tutela del formaggio Grana Padano Dop.
A Caserta arrivano i Grandi Formaggi Dop
Il 13 settembre, invece, nella sede del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala campana Dop, arriveranno i vertici dei Consorzi di Tutela di Asiago, Gorgonzola, Pecorino Sardo e Taleggio per la tappa del progetto congiunto “Grandi Formaggi Dop” dedicata alla grande distribuzione organizzata. Il titolo dell’incontro è: “Qualità che piace e si vede!”. Con una serie di appuntamenti in tutta Italia, i Grandi Formaggi Dop guidano gli operatori della Gdo in un percorso formativo per comunicare al meglio i prodotti a indicazione geografica. Leo Bertozzi, direttore di Aicig, aprirà i lavori con il racconto dei cinque prodotti.
Laboratori del Gusto a Cheese con Slow Food
Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala sarà poi a Bra in Piemonte per la ventesima edizione di Cheese, organizzato da Slow Food Italia e dalla città di Bra. La mozzarella sarà prodotta “live” in piazza e alla bufala sarà inoltre dedicato un Laboratorio del Gusto, in programma il 17 settembre all’istituto alberghiero “Mucci”. “Una vera bufala!” è invece il titolo scelto per l’iniziativa, un viaggio non solo nel mondo-mozzarella, ma anche nella ricotta e nell’affumicata Dop. Il latte di bufala non è solo mozzarella infatti. Un cibo così ancorato alle sue radici territoriali sarà “messo alla prova” dell’abbinamento con alcune birre artigianali italiane, per capire come i diversi stili brassicoli possano accompagnare le varie forme del latte di bufala, alla ricerca dell’abbinamento perfetto con gli stili di alcuni tra i migliori birrifici italiani.
Bufala Fest sul lungomare di Napoli
Dal 15 al 19 settembre, infine, il lungomare Caracciolo di Napoli diventerà il set di “Bufala Fest”, l’evento promossa dall’Associazione Filiera Bufalina. Quest’anno l’appuntamento che punta a promuovere la filiera bufalina, si arricchisce con il primo food contest “chef emergente”, in collaborazione con l’Associazione Professionale Cuochi Italiani che coinvolgerà giovani chef chiamati a sfidarsi a colpi di creatività nell’elaborazione di una ricetta, utilizzando almeno uno dei prodotti della filiera bufalina.