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Costume
Vestiti d'Arte per la ricerca. Sanitarie del Pascale modelle per un giorno

Correvano gli anni Sessanta, esattamente il 1967, quando Caterina entrò in chiesa per dire di sì vestita dibianco. Cinquantatré anni dopo,  quell’abito da sposa, rivisitato e trasformato in un’opera d’arte dal figlio di Caterina, viene indossato da Daniela,  psicologa del Pascale, e venduto per sostenere la ricerca oncologica insieme con altri undici abiti, donati da donne generose, come Caterina, e indossate da donne, come Daniela, che con la ricerca ci lavorano tutto l’anno. La psicologa Daniela Barberio non è l’unica modella per un giorno di un’iniziativa dal titolo “Vestiti d’arte per la ricerca”, dove vestìti sta per abiti, ma anche vèstiti come verbo imperativo. Questione di accenti, ma non solo. A vestire la ricerca non potevano non essere che tutte donne del Pascale: chirurghe, ricercatrici, infermiere, radioterapiste.

L’idea di abbinare l’arte alla scienza è venuta al figlio di Caterina, Alessandro Ciambrone, architetto di Castelvolturno e pittore per caso. E’ stato lui a dipingere i dodici vestiti, cominciando con quello della madre. Via via ha raccolto gli abiti da sera di amiche e amiche delle amiche. Ogni abito ha una storia: se Caterina ha donato il suo vestito da sposa, Maria Carmen quello di fidanzamento; Fiorella quello del battesimo della figlia, Bianca quello della laurea. L’obiettivo: realizzare una piattaforma dove vendere gli abiti e il ricavato donarlo all’Istituto dei tumori di Napoli a cui Alessandro è particolarmente legato avendo già donato al polo oncologico due quadri e due murales. Se la Barberio ha indossato l’abito da sposa di Caterina Verre, i due medici ricercatori Marilina Piccirillo e Stefania Scala quelli di Francesca Ragosta e Stefania Ricci,  le chirurghe Stella Gallo e Maria Teresa Melucci hanno sfoggiato gli abiti donati da Cinzia Marino e Maria Carmen Ragosta, i medici oncologi Claudia Trojaniello e Sabrina Rossetti quelli di Fiorella Girace e Bianca Stranieri, l’infermiera di ricerca Gelsomina Iovane quello di Rosita Ingenito, la radioterapista oncologa Eva Iannacone quello di Angela Aloschi, il medico fisiatra Monica Pinto l’abito di Paola Guma, la logopedista Marianna Minasi quello di Arianna Rodriguez.

Le modelle per un giorno e dottoresse tutto l’anno si sono fatte fotografare negli ambienti dell’Istituto da Federica   Gioffredi.   Il ricavato della vendita degli abiti andrà interamente al Pascale tramite l’iban dell’istituto IT86I03090356810000008.  Il nome di chi ha donato l’abito e di chi lo acquisterà farà parte del patrimonio del più grande polo oncologico del Mezzogiorno. A loro verrà consegnata una targa su cui verrà scritto il loro nome insieme a quello delle modelle  operatrici sanitarie. Per la visione, i vestiti verranno ospitati nel liceo artistico Palizzi, mentre curerà la vendita-donazione professoressa Bianca Stranieri insieme con l’ufficio comunicazione del Pascale.

“E’ davvero un piacere assistere al proliferare di iniziative per sostenere il nostro Istituto e la nostra ricerca”, dichiara il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi. “Questa iniziativa assume un valore particolare per il significato che sottende, dal dono dell’abito all’impegno dell’artista, delle nostre fantastiche professioniste, e di tutti coloro che, anche in questa occasione, ci daranno una mano”.

 

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