Cronache
Affaritaliani compie 25 anni. "Che cos'è Internet?", chiedevano in tribunale

La prima puntata del racconto in pillole (curiose e divertenti) del direttore Angelo Maria Perrino sulla storia di Affaritaliani.it
La trattativa fu lunga, complessa e articolata. Teatro un ufficio polveroso del tribunale di Milano, dove nei primi giorni di un freddissimo febbraio del 1996, da una parte mia figlia Ilaria, laureanda in giurisprudenza e mio braccio destro in azienda, dall’altra la dirigente responsabile dell'ufficio che gestisce, battezza e mette il timbro alla registrazione legale dei giornali, si confrontavano su un tema giuridicamente non banale: riconoscere come testata registrata un giornale virtuale, fatto di bit e non di atomi. Un giornale, il primo, del tutto privo di supporto cartaceo, esistente solo nei computer dei suoi lettori, oltreché nei desideri di noi utopisti fondatori.
La discussione si protrasse per più sedute e successivi approfondimenti dottrinari. “Come faccio a riconoscere e registrare un giornale che non c’è?”, obiettava spiazzata la dirigente dell’ufficio. “C’è, ma è su Internet”, argomentava Ilaria. “E che cosa è Internet?”, si chiedeva esterrefatta la dottoressa, ignara della rivoluzione digitale incombente, pensando probabilmente a un filo interdentale o a un detersivo per sanitari.