Aldrovandi, i poliziotti restano i carcere
Restano in carcere Paolo Forlani e Luca Pollastri, due dei quattro agenti di polizia condannati in via definitiva per la morte di Federico Aldrovandi. Lo ha deciso il magistrato di sorveglianza di Bologna, respingendo la richiesta di detenzione domiciliare in applicazione dello “svuota-carceri”. Per un terzo agente, Enzo Pontani, l’istanza di detenzione domiciliare non risulta essere stata ancora esaminata. Monica Segatto, quarto agente condannato per la morte di Aldrovandi, ha ottenuto il 18 marzo scorso la detenzione domiciliare per decisione del magistrato di sorveglianza di Padova, città dove era detenuta in carcere.
"Mancanza di comprensione della gravità della condotta", "cultura della violenza, tanto più grave ed inescusabile, in quanto da parte di appartenenti alla Polizia di Stato" sono gli "elementi rilevanti di valutazione" che hanno convinto il magistrato di sorveglianza di Bologna a negare gli arresti domiciliari per i due agenti. Per il magistrato di sorveglianza si tratta di una "vicenda che pertanto esige, almeno ora, una battuta di arresto per una matura e consapevole riflessione, onde evitare il rafforzamento di siffatta nefasta cultura e la ricaduta, alla prima occasione, in analoghe vicende delittuose, sia pure eventualmente anche solo di copertura di analoghi fatti criminosi commessi da altri, purtroppo, sebbene pur sempre isolati, neanche tanto rari".
"È il minino. Va bene. È giusto così", ha commentato Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi. Gli agenti condannati rientreranno comunque in servizio nel 2014: la Commissione disciplinare del Dipartimento di Sicurezza avrebbe infatti deciso, sottolineano fonti sindacali di Polizia, una sospensione dal servizio di sei mesi. La sospensione dal servizio scatterà a giugno e si concluderà alla fine dell’anno. Fino a giugno i poliziotti sconteranno i sei mesi di reclusione restanti dalla condanna a 3 anni e sei mesi (di cui tre anni compresi nell’indulto) per la morte di Aldrovandi.