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Cronache
Altri costi obbligatori per le Srl. Si evitano i fallimenti con i controllori

Un’altra mannaia cade sulle Srl, altro che semplificazioni! E non è la prima volta. Siamo nel socialismo reale?

Le novità introdotte dal Governo Gentiloni e approvate con la legge n. 155 del 19 ottobre 2017, Riforma del fallimento o anche codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, sono state pubblicate in Gazzetta ufficiale il 14 febbraio scorso. 

Infatti il decreto legislativo del 12 gennaio 2019, n. 14 dell’attuale governo ha recepito i principi della legge decisi dal governo Pd nel 2017 che obbliga le srl alla nomina di un sindaco unico, di un collegio sindacale o di un revisore. Tradotto: le Srl devono nominare un soggetto che svolga un’attività di controllo. Questo vuol dire un altro esborso non piccolo di denaro.

Le Srl in Italia sono quasi sempre società medio piccole in cui i soci lavorano e se hanno un fatturato minimo spesso serve a coprire gli stipendi dei lavoratori.

Considerando le già tante difficoltà da affrontare un “aiutino” di questo tipo proprio non ci voleva. Per gli esperti si traduce in una nuova spesa annua ad imprese non inferiore ai 6.000/10.000 euro.

Secondo un’analisi del 2017 di Cribis, società del gruppo Crif, specializzata in business information, in Italia falliscono circa 27 imprese al giorno. Così il governo Pd del tempo pensò ad una legge per evitare i fallimenti, introducendo una fase preventiva e stragiudiziale per anticipare l’emersione della crisi, in grado di anticipare i crac, con l’introduzione di un controllore.

Un‘idea di fondo da vecchio socialismo dei Paesi dell’est Europa.

Non sarebbero la mancanza di competizione economica e di trasparente nella formazione dei prezzi, l’esorbitate costo del lavoro, le incredibili difficoltà anche solo ad aprire un’impresa o la mancanza di liquidità circolante e una burocrazia medievale incistata in ogni anfratto della vita economica e sociale del Paese a far fallire le imprese, no! Ma l’assenza di un organismo di controllo!

L’obbligo scatta al superamento in un biennio anche di uno soltanto di questi limiti:

attivo di stato patrimoniale da 2.000.000 euro, ricavi di 2.000.000 euro o 10 dipendenti occupati in media durante l’esercizio.

La mannaia cade su almeno 180.000 srl italiane. Una novità assoluta difficilmente comunicata dai media ma che aumenta ulteriormente i costi già significativi di questo tipo di società.

Le nomine dei “controllori” devono essere fatte entro il 16 dicembre del 2019. Il 16 marzo scorso è entrato in vigore il nuovo art. 2477 della legge del 2019 che le impone. Si avranno a disposizione 9 mesi di tempo per l’adeguamento degli statuti o degli atti costitutivi delle società. E quindi altri soldi.

La categoria dei revisori ringrazierà. Il Ministero della giustizia ha istituito un albo dei soggetti destinati a svolgere su incarico del tribunale funzioni di gestione o di controllo nell’ambito di procedure concorsuali, con l’indicazione dei requisiti di professionalità esperienza e indipendenza necessari all’iscrizione.

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    srl costiriforma del fallimento o anche codice della crisi d’impresa srlfallimento imprese
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