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Cronache
Ancona, "troppo brutta per essere stuprata". La Cassazione annulla la sentenza

Stupro Ancona: Cassazione, irrilevante l'aspetto della vittima

La Corte d'appello di Ancona si e' basata "sulla incondizionata accettazione del narrato degli imputati, che viene ritenuta riscontrata da elementi non decisivi", quali gli sms che la vittima si sarebbe scambiata con uno degli imputati, e da elementi "irrilevanti in quanto eccentrici rispetto al dato di comune esperienza rispetto alla tipologia dei reati in questione", come "l'aspetto della vittima". E' quanto osserva la Cassazione, spiegando perche', nelle scorse settimane, ha deciso di annullare con rinvio la sentenza con cui la Corte d'appello di Ancona aveva assolto due giovani - condannati in primo grado - accusati di violenza sessuale di gruppo su una ragazza peruviana.

Una sentenza 'choc', come l'hanno definita i giornali, scritta da tre giudici donne, nella quale si faceva anche riferimento alla "mascolinita'" della vittima. La Cassazione - che, su accoglimento dei ricorsi della procura generale di Ancona e della parte civile, ha disposto un nuovo processo davanti ai giudici della Corte d'appello di Perugia - definisce quindi "meramente congetturale" la ricostruzione secondo cui "la madre della ragazza, al rientro della stessa serata 'goliardica', avrebbe preso - si legge nella sentenza depositata oggi dalla terza sezione penale - a schiaffi la figlia vedendola ubriaca, cio' che avrebbe determinato la scelta della ragazza di inventarsi la storia della violenza per giustificarsi agli occhi della madre, spingendosi addirittura, secondo la opinabile ricostruzione della sentenza d'appello, al punto di assumere di nascosto dalla madre benzidiazepine per corroborare la sua versione di essere stata drogata la sera dei fatti".

I giudici del 'Palazzaccio' rivolgono le medesime critiche all'affermazione "conclusiva" della Corte d'appello di Ancona - nella cui sentenza la ragazza veniva definita anche "scaltra peruviana" - secondo la quale "non sarebbe possibile escludere che fosse stata proprio la persona offesa ad organizzare la serata 'goliardica', trovando una scusa con la madre, bevendo al pari degli altri, per poi provocare" uno dei due imputati "inducendolo ad avere rapporti sessuali quasi per una sorta di sfida nata per gioco". Il fatto in esame, che ora dovra' essere rivalutato interamente dai giudici di Perugia, risale al 9 marzo 2013 ed e' avvenuto a Senigallia. Nel ricorso in Cassazione, la difesa della vittima aveva parlato di ricostruzioni "inverosimili" da parte della Corte d'appello "soprattutto se riferite a una ragazza di appena 22 anni, costretta ad affrontare uno dei peggiori traumi che una donna possa subire, tanto poi da essere costretta a causa della violenza sessuale subita a sottoporsi a un intervento chirurgico".

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