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Cronache
Siria, gli Usa avvertono Assad: "Pronti a mandare truppe di terra"

La Turchia si dice pronta ad affiancare l'Arabia Saudita in un'operazione di terra in Siria, se la Coalizione anti-Is appronterà questa strategia. "La Turchia e l'Arabia Saudita sono a favore di un'operazione di terra contro l'Isis", ha detto il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. "Spieghiamo in tutti gli incontri della Coalizione che serve una strategia ampia. Se questa verrà adottata, noi come Turchia e Arabia Saudita, potremo unirci in un'offensiva di terra"

Mentre il segretario di Stato Usa John Kerry in un'intervista a Orient Tv di Dubai avverte che se "il presidente siriano Assad non terrà fede agli impegni presi e l'Iran e la Russia non lo obbligheranno a fare quanto hanno promesso, la comunità internazionale non starà certamente ferma a guardare come degli scemi: è possibile che ci saranno truppe di terra aggiuntive". La reazione di Mosca non si è fatta attendere: "Rischiate una nuova guerra fredda".

Un'emergenza la crisi siriana al centro dei colloqui della Conferenza di Monaco, dove emerge la questione del terrorismo. "Siamo in una guerra perché il terrorismo ci combatte", ha detto il premier francese Manuel Valls dalla conferenza di Monaco sulla Siria. "Ci saranno altri attacchi e grandi attentati, questo è certo. La minaccia non diventerà minore. E' mondiale. Ci saranno altri attacchi, attacchi su vasta scala, è una certezza. Questa fase di 'iper-terrorismo' durerà a lungo, forse un'intera generazione, anche se dobbiamo combatterla con la massima determinazione".

Concludendo il suo intervento, il primo ministro francese ha parlato di priorità di trovare strategie contro la radicalizzazione: "Esiste questa fascinazione ideologica, ci sono migliaia di estremisti in Francia, anche tante donne". Un discorso quello del premier francese che riportano alla mente gli attacchi a Parigi del 13 novembre scorso, quando solo l'attentato alla sala concerti Bataclan uccise 118 persone.

A Monaco sulla la questione siriana divide ancora una volta Russia e Stati Uniti. Il premier russo Dmitri Medvedev ha dichiarato che le relazioni fra Russia e Occidente sono tornate al punto di "una nuova Guerra Fredda". "In Siria non c'è alternativa al dialogo internazionale, non possiamo permetterci una nuova Libia, un nuovo Afghanistan o un nuovo Yemen -  ha aggiunto - . Se la situazione in Siria e in altre zone 'calde' non si  normalizzerà, il terrorismo si tramuterà in in nuovo tipo di guerra coinvolgendo il mondo intero". Sul tavolo anche il tema dei migranti. Medvedev ha detto che l'attuale crisi migranti in Europa rischia di tramutarsi in un "disastro umanitario". Su questo punto gli ha fatto eco il segretario di Stato Usa John Kerry che parlando dell'emergenza immigrazione l'ha definita una "minaccia quasi esistenziale" per l'Europa.

Dichiarazioni quelle del premier russo sulla Siria alle quale ha replicato poco dopo il premier francese Valls. "Per ottenere la pace in Siria la Russia deve cessare i bombardamenti alla popolazione", ha detto  Valls. L'accordo dell'International Syria Support Group "è un primo passo, ma ora devono seguire fatti e deve essere realizzato", ha aggiunto Valls. Medvedev ha respinto le accuse secondo cui le forze del suo paese bombardano i civili in Siria, dicendo che questo è "semplicemente non è vero". E ha aggiunto: "Non ci sono prove di nostri bombardamenti su civili, anche se tutti ci accusa di questo". Gli Stati Uniti premono per una soluzione tempestiva. Kerry ha ribadito che Mosca "deve cambiare i suoi obiettivi militari in Siria", sottolineando come la crisi siriana si trovi a un punto chiave, con la prospettiva di una tregua entro una settimana. "Oggi la maggior parte degli attacchi russi si concentra sui gruppi di opposizione legittimi", ha detto Kerry.

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