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Cronache
Banca Etruria,i rapporti tra il faccendiere massone e il fratello della Boschi

I RAPPORTI TRA IL FACCENDIERE MASSONE E IL FRATELLO DELLA BOSCHI

Il caso di Banca Etruria potrebbe rivelare ancora nuove sorprese. C'è un altro aspetto inquietante che emerge dall'inchiesta. Aspetto che non sarebbe stato approfondito a dovere, almeno per il momento, ma che potrebbe portare a conseguenze inaspettate. Si tratta dei rapporti tra Valeriano Mureddu, un faccendiere massone con un notevole passato giudiziario alle spalle, ed Emanuele Boschi, il fratello di Maria Elena, sottosegretaria alla presidenza del Consiglio. Secondo quanto riporta Giacomo Amadori su La Verità, infatti, gli inquierenti intercettarono il fratello della Boschi, ex funzionario di Etruria, al telefono con Mureddu ma le telefonate non sarebbero state neppure trascritte. Secondo La Verità, tra l'altro. fu proprio il fratello della Boschi ad aprire un conto sul quale passò un milione di euro per Flavio Carboni, l'uomo coinvolto nel cosiddetto caso P3 e chiamato da babbo Boschi a salvare la banca.

Mureddu, che come ricorda la Verità è stato arrestato lo scorso febbraio per il crac della società cartiera Geovisioni (che avrebbe usato per trasferire fondi neri in Svizzera), è nel mirino di un'indagine a Perugia per la violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete a causa di tutta una serie di dossier che Mureddu conservava nel suo ufficio, trasformato "nel quartiere generale di un'agenzia investigativa senza licenza". Mureddu avrebbe avuto rapporti con Boschi padre e figlio. Ci sarebbero anche messaggi vocali inviati via WhatsApp dal faccendiere sardo al fratello della Boschi ma le eventuali risposte non sarebbero state captate.

Resta da capire come mai Mureddu cercava di mettersi in contatto con i Boschi proprio durante il caos seguito alle rivelazioni sugli incontri tra babbo Boschi e Carboni, favoriti proprio da Mureddu. Secondo quanto racconta la Verità la Geovision si era rivolta alla banca Etruria per ottenere un cospicuo anticipo fatture. L'ex direttirce della filiale di Arezzo, Ede Polvani ha raccontato che "nel giugno 2014 venni contattata dal collega Emanuele Boschi, all'epoca a capo di un Servizio di sede centrale, il quale mi comunicò che sarebbe venuta una società per aprire un conto presso la mia agenziea, dicendo che si trattava di un'azienda di sua conoscenza che aveva la sede a Badia al Pino e che avrebbe fatto un buon lavoro con la banca visto l'enorme fatturato che produceva". Si trattava proprio della Geovision, sul cui conto transitarono 900 mila euro provenienti da una società anonima svizzera e sul quale c'è un sospetto di frode fiscale. Alcuni di questi denari, sempre secondo la Verità ben 390 mila, sarebbero stati girati alla moglie di Carboni, Maria Laura Concas.

Polvani e un collega erano comunque insospettiti e da una solo segnalazione antiriciclaggio si arrivò alla chiusura del conto corrente. E la Polvani ha raccontato: "Ricordo che dopo la chiusura del conto un giorno incontrai Emanuele Boschi casualmente al bar e lo informai che alla società che mi avevo presentato ero stata costretta a chiudere il conto. Lo stesso non commentò". Dichiarazioni rese nel settembre 2016 ma comunque il fratello della Boschi non è mai stato ascoltato a riguardo.

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banca etruriamaria elena boschi
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